di Paola Tosi*
Nell’articolo della scorsa newsletter firmato dal senatore Cangini viene lanciato un appello per salvare il futuro delle giovani generazioni. Allarme scaturito dall’indagine conoscitiva promossa dalla Commissione Istruzione del Senato per studiare l’impatto del digitale sui processi di apprendimento degli studenti.
Riprendo l’argomento divulgando e promuovendo un libro che ogni genitore dovrebbe leggere per comprendere cosa stia succedendo ai nostri cervelli, ma soprattutto ai cervelli dei nostri figli e dei nostri giovani: 8 secondi di Lisa Iotti.
In un viaggio tra ricerche e studi in giro per il mondo Lisa Iotti, giornalista Rai, ci spiega come la tecnologia, i social, il digitale stiano progressivamente facendo perdere capacità cognitive e funzioni neurologiche che non stiamo più allenando con l’avvento degli smartphone.
Una regressione che ci impedisce di usare le capacità logiche grazie alla comodità che i dispositivi hanno introdotto nella nostra vita, e che generano dipendenza dalla connessione e dai like rendendoci schiavi delle notifiche.
Un libro che ci racconta come gli sviluppatori dei social impediscano ai loro figli di utilizzarli e di come hanno creato dipendenza e assuefazione, esattamente come le forniscono le sostanze stupefacenti, attivando i medesimi recettori.
8 secondi sono la nostra curva di attenzione abituale, il tempo medio dopo il quale la nostra mente perde il fuoco; 40 secondi la nostra capacità di concentrazione reale stimata dai ricercatori, ma la cosa più preoccupante è che per recuperare l’attenzione ci vogliono mediamente 25 minuti.
Si spiega quindi come mai le giovani generazioni siano in difficoltà a concentrarsi e mantenere a lungo l’attenzione, come lamentano insegnanti ed educatori.
Se da un lato consideriamo “avanti” le capacità tecnologiche dei bambini per la loro velocità di apprendimento e intuizione (come nativi digitali), dall’altra siamo noi stessi adulti ad abituarli, fin dalla tenera età, all’utilizzo di telefoni e videogiochi, anche durante un pranzo o una cena per evitare la fatica di dedicarci a loro, di dedicare il tempo all’educazione al cibo, alla relazione con loro, lasciandoci liberi di parlare tra adulti. O magari dotando di telefoni i ragazzi già dalle elementari.
Se il PNRR spinge verso la digitalizzazione e all’uso delle nuove tecnologie, dovremo anche pensare a come integrare le metodologie tradizionali come l’uso della carta, della lettura, della scrittura a mano (interessante la parte dedicata a questo nel libro della Iotti) che consente di fissare e mandare in memoria apprendimenti che hanno necessità di tempo per essere fissati, oltre a consentire il senso critico e la capacità di elaborare ragionamenti complessi.
Per saperne di più, ecco il link al TEDx dell’autrice
*Coach e mamma di due adolescenti