di Valeria Gangemi* e Valeria Ferrero**
Il femminicidio è figlio della diseguaglianza e di cultura sbagliata. Nel XXI secolo le donne uccise in Italia sono state 3.344 (VII Rapporto Eures) e non continuiamo l’analisi dei dati perché verremmo smentite da un nuovo femminicidio.
Non avviene mai per caso, spesso è un caso annunciato. Ogni volta il cuore si stringe. Perché ci si sente deboli, impotenti, cose di proprietà sulle quali poter infierire. Violentate, bruciate, deturpate, torturate. E questo riguarda proprio noi, ognuna di noi, perché ogni volta che una donna viene brutalmente uccisa muore anche un po’ di noi. Non succede a un’altra che non ha saputo difendersi o scegliere l’uomo giusto. Non dobbiamo giudicare o voltarci dall’altra parte e questo vale anche per gli uomini.
Non possiamo ancora avere paura di camminare per strada di sera, quando saliamo in macchina, o in mezzo alla gente e non dobbiamo limitare le nostre libertà per proteggerci. Sì, siamo noi le prima a doverci difendere, rispettandoci, volendoci bene, cercando di fare le scelte giuste e assicurandoci l’autonomia economica a garanzia di indipendenza. Imparare a dire basta e capire che tenere unita la famiglia a tutti i costi, anche a costo della vita, non ha senso.
Non possiamo continuare a non essere al sicuro anche quando troviamo la forza di denunciare. La recente legge “Codice Rosso” è un ulteriore tassello normativo ed è importante perché sistemica: prevede una corsia preferenziale per le denunce e per le indagini, fissa pene più severe e istituisce due nuovi reati: lo sfregio del corpo e il revenge porn.
Tuttavia, in una situazione di emergenza, un quadro normativo chiaro è necessario ma non sufficiente. Il problema è culturale e dobbiamo pianificare delle azioni continuative.
Abbiamo bisogno di comunicazione istituzionale costante a livello nazionale e locale, di rendere sinergico l’intervento delle forze dell’ordine anche attraverso un database comune con risorse per permettere di agire in modo mirato e preventivo.
Violenza verbale e abuso di potere sono basi del femminicidio. Le aziende devono adottare codici e regole chiare e comunicate in modo martellante contro harrasment, stalking e mobbing.
Dal 2006 è attivo 24 h su 24 il numero verde 1522 antiviolenza e stalking ma pochi ancora lo conoscono, più capillare e diffusa deve essere la comunicazione anche di questo importante strumento.
Il nostro Governo e quello Europeo, in sinergia con il mondo no profit, con le scuole, le università, le PMI, le associazioni datoriali e sindacali, i media, devono riuscire a comunicare cosa è il femminicidio perché nasce e perché dobbiamo cambiare, trasformare la norma in buone pratiche, impegnandosi a ricalibrarle seguendo le indicazioni che emergono dai risultati delle azioni realizzate.
Tutte e tutti dobbiamo muoverci in un’unica direzione. Va fatto per il nostro futuro, per onorare il nostro passato e per far sì che tutte le donne morte non siano morte invano.
* Direttore Personale e Affari Generali
** Head of Marketing and Business Development
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