Fondazione Marisa Bellisario

UNA VITA TRA ARTE E DIPLOMAZIA

di Pietro Sebastiani*

Per anni ed anni ho considerato mia moglie Maria Cristina Finucci (artista, architetto, designer e orgogliosa Mela d’Oro 2014) la perfetta Ambasciatrice della nostra creatività, della nostra raffinatezza, del nostro stile invidiato, della nostra cultura contemporanea figlia di impetuose ondate successive nei millenni come in nessun altro angolo del pianeta.

Una vera fortuna averla avuta a fianco nella vita e nel peregrinare (Mosca, New York, Parigi, Bruxelles, Madrid) della mia professione che lei ha contribuito moltissimo a sostenere e, per certi versi, a plasmare.

Un’Ambasciatrice divenuta nel 2013 all’Unesco a Parigi, fondatrice e Presidente dello Stato più esteso al mondo: il Garbage Patch State, la ormai ben nota Nazione delle isole di plastica. Un rivoluzionario gesto artistico in reazione, con le sue parole «al drammatico inquinamento dei mari di minuscoli detriti di plastica, in gran parte non visibile, ai quali ho voluto associare un’immagine concreta e tangibile. Ma anche ironica, un po’ surreale e grottesca, che fosse di facile comprensione, leggera, per ottenere maggiore attenzione da parte del pubblico e dei decisori politici». Un gesto nell’alveo della tradizione dell’impegno sociale di molti artisti e movimenti e della loro influenza sulla società e sulla politica (nel ‘900 Diego Rivera, Guernica, Bauhaus, Futuristi, ecc.) sulla quale però, irriverente, il gesto di Finucci si innerva, si ibrida, si confonde, proprio negli anni dello scolorimento progressivo tra il reale ed il “fake”.

D’altronde la vera arte ha sempre turbato le menti, terremotato le coscienze, titillato la fantasia, scarduffato i luoghi comuni e sbrindellato il “benpensare” per far trovare, per dirla con Paul Klee, “non il visibile ma l’invisibile che è nel visibile”.

Il nuovo Stato federale, con una sua bandiera e Costituzione (da me redatta…), si afferma negli anni successivi con molteplici opere e installazioni, tra le quali Venezia in occasione della Biennale Arte 2013, il Museo Maxxi, New York Nazioni Unite, Milano in occasione di EXPO 2015 presso la Fondazione Bracco, Parigi in occasione della COP 21, Mozia, Foro Romano, Shenzen, Los Angeles e ancora Milano Fuorisalone (cfr. monografia “Maria Cristina Finucci-Help”, Rizzoli, 2020).

Ma Maria Cristina è una Capo di Stato particolarmente sensibile e attenta ai suoi cittadini, tutti scartati – per usare un termine adoperato spesso da Papa Francesco -dopo l’uso e concentrati davvero nella periferia del mondo. Si chiede infatti: «cosa prova un oggetto quando, dopo essere stato distrutto, aver subito una metamorfosi e aver riacquistato forza, torna a far parte del ciclo della vita e dell’universo? Come si sente quando, dopo la sua morte apparente, risorge in una forma di vita diversa? Rimane in sé un ricordo della sua vita precedente?».

Questa riflessione l’ha spinta a un censimento di migliaia di oggetti di plastica diversi dei quali ha simulato la metamorfosi, frammentando le loro immagini e ricreando il processo che realmente avviene dopo il loro abbandono, quando finiscono in mare trasportati dai fiumi e ridotti in minuscoli, irriconoscibili frammenti fino a raggiungere uno stato di entropia. Ogni frammento, con l’ausilio dell’Intelligenza Artificiale, è stato poi da lei ricomposto e fuso insieme agli altri per formare un’unica immagine: ecco una nuova opera, dove non è più possibile riconoscere le forme originali, poiché hanno subito una metamorfosi in nuove forme ibride. Ma con l’aiuto della realtà aumentata, sarà possibile, semplicemente puntando uno smartphone (attraverso l’app “artivive”) sull’opera recuperare la memoria e l’immagine originaria.

L’animo spinge a narrare di forme che in corpi diversi mutano”(cit. da Ovidio, Le Metamorfosi I), è il titolo di questa opera d’arte innovativa, un quadrittico appositamente realizzato per una collocazione stabile in uno dei saloni del prestigioso Hotel de La Rochefoucauld-Doudeauville, storica sede dell’ambasciata d’Italia a Parigi. Essa è stata inaugurata la settimana scorsa davanti ad un folto pubblico di esponenti del mondo della cultura, dell’arte, della politica, dei media e dell’economia francesi. Qui il video (https://www.youtube.com/watch?embeds_referring_euri=https%3A%2F%2Fambparigi.esteri.it%2F&source_ve_path=Mjg2NjQsMTY0NTAz&feature=emb_share&v=hQU2tziBNJM ; https://ambparigi.esteri.it/it/news/dall_ambasciata/2024/05/larte-contemporanea-allambasciata-ditalia-a-parigi-maria-cristina-finucci-presenta-la-sua-ultima-opera-sulla-metamorfosi-degli-oggetti-di-plastica-nellambiente-mar/).

L’opera si colloca nel contesto di un nascente progetto artistico, simile a quanto realizzato anni addietro all’Ambasciata presso la Santa Sede e lo scorso anno a Washington, voluto dall’Ambasciatrice d’Italia in Francia, Emanuela D’Alessandro, e finalizzato a promuovere anche all’interno degli spazi dell’Ambasciata le eccellenze italiane contemporanee della cultura, del design e dell’industria creativa.

Per Maria Cristina, una vita tra Arte e Diplomazia, è il caso di dire, un vrai aller-retour.

*Ambasciatore

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