Fondazione Marisa Bellisario

TANTO RUMORE PER NULLA

di Paola Tommasi*

Tutti gli indizi portano a un governo Conte-ter che traghetti l’Italia verso la fine di questa tormentata XVIII legislatura nel 2023, con buona pace di chi pensava che qualcosa in Italia potesse prima o poi cambiare, che il bene del Paese fosse importante e che fosse arrivato il tempo di una donna a Palazzo Chigi. Lo auspicava, con un accorato appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la Presidente della Fondazione Marisa Bellisario, Lella Golfo, come segnale di discontinuità rispetto al passato. Così come di valutazione di impatto di genere ha parlato più volte il Commissario Europeo Paolo Gentiloni con riferimento all’utilizzo delle risorse del Next Generation EU, sui contenuti del quale, relativamente al piano italiano, è stata aperta la crisi.

Al momento, dunque, solo tanto rumore per nulla: un mese di tormenta politica, con il governo in carica per gli affari correnti nonostante l’emergenza sanitaria, economica e sociale, per cambiare il nome di qualche ministro, mantenendo lo stesso Presidente del Consiglio e la stessa maggioranza disomogenea che ha già dimostrato tutta la sua litigiosità e non compattezza. Senza alcun cambio di rotta nella linea dell’esecutivo, dalla politica economica agli investimenti. Soltanto piccoli “aggiustamenti” degli equilibri tra i partiti, agli antipodi tra loro sui più svariati temi, dal Mes alla giustizia, dal piano vaccini alla scuola, ma anche spaccati al proprio interno. E con il chiaro intento di evitare le urne. L’attuale Parlamento preferisce perpetuare lo status quo, ancorché dannoso per il Paese, piuttosto che rilanciare con un governo davvero nuovo, espressione del voto popolare, e con una maggioranza che abbia unità di vedute e possa dare stabilità all’Italia per i prossimi cinque anni offrendo una prospettiva di sviluppo piuttosto che di “decrescita felice”.

Al termine della missione esplorativa del Presidente della Camera Roberto Fico, dunque, appaiono in discesa le quotazioni di un governo di alto profilo, con una maggioranza allargata rispetto all’attuale, per il rilancio del Paese. Erano circolati i nomi di Marta Cartabia e di Mario Draghi ma la politica si è inchiodata su Giuseppe Conte, il cui ruolo tornerebbe a essere, come nel suo primo governo con Lega e Movimento 5 Stelle, quello di notaio/esecutore di un contratto scritto questa volta dallo stesso Movimento con Partito Democratico, Leu e Italia Viva. Per quanto rischioso ciò possa risultare, visto il precedente che non ha funzionato.

L’ultima decisione rimane in ogni caso nelle mani del Presidente Mattarella, nella cui saggezza tutti confidiamo e che siamo certi troverà la migliore soluzione possibile, come già accaduto in altre fasi critiche del suo settennato.

*Economista ed Editorialista

16 commenti su “TANTO RUMORE PER NULLA”

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