Fondazione Marisa Bellisario

PER UN’EUROPA PIU’ INFLUENTE E FEDERALE, EQUA E INCLUSIVA

di Teresa Bellanova*

L’Europa è a un bivio perché ha di fronte a sé sfide cruciali che richiedono di avere lo stesso coraggio, la stessa visione che ebbero le madri e i padri fondatrici.

Le tensioni internazionali, la guerra alle nostre porte, la minaccia alle nostre democrazie, le sfide ambientali e la rivoluzione digitale e quella legata all’Intelligenza Artificiale richiedono un cambio di passo radicale e senza precedenti.

Nello specifico della terra che ambisco a rappresentare, poi, la disoccupazione giovanile, le infrastrutture carenti, una sanità non all’altezza delle aspettative e la mancanza di investimenti adeguati ostacolano lo sviluppo economico e sociale di molte regioni, ma in particolare del Sud Italia. L’agricoltura, settore chiave per la nostra economia, deve affrontare le sfide del cambiamento climatico, della concorrenza internazionale e della sostenibilità ambientale. Il mercato unico, che è stata una grande conquista, deve diventare più reale, capace cioè di superare i limiti delle burocrazie nazionali, ma anche più equo, impedendo la concorrenza sleale infra ed extra europea. Il mercato del lavoro deve poi essere meglio regolamentato, dando più tutele ai lavoratori, uniformando la tassazione per evitare forme di concorrenza sleale tra Paesi membri, riconoscendo valore e tutele anche alle nuove forme di lavoro, ad iniziare dalle partite IVA.

Questi problemi non possono essere risolti solo a livello nazionale; necessitano di un approccio collettivo e quindi europeo. L’Unione Europea deve essere un’opportunità per il Sud, un partner strategico in grado di supportare progetti di sviluppo e creare un ambiente favorevole alla crescita e all’innovazione.

Per questo crediamo fortemente in un’Europa più federale, più sovrana, più potente nel mondo, più influente, con uno sguardo, una visione sul futuro, sull’innovazione, sulla valorizzazione dei talenti, sull’educazione. Per questo crediamo negli Stati Uniti d’Europa, nell’idea cioè che solo riformando profondamente le istituzioni comunitarie, rimuovendo il diritto di veto, dando più poteri al Presidente – che deve essere eletto direttamente – e al Parlamento, l’Europa possa smettere di essere quella matrigna burocratica che viene dipinta da mediocri politici locali e possa diventare una realtà di dare risposte forti di governo ai cittadini.

Perché votare donna

Votare donna alle prossime elezioni europee non è una opportunità, ma una necessità.

Il pericolo rappresentato dalla vittoria dei partiti conservatori di destra è reale e tangibile. Molti di questi partiti hanno una visione tradizionalista della società che non sempre considera prioritari i diritti delle donne.

Guardiamo al governo del nostro Paese, dove, nonostante sia premier una donna, ha inserito nel Decreto PNRR, e sottolineo Decreto PNRR, una norma “manifesto” che consente alle associazioni pro life di entrare nei consultori.

I partiti di destra raramente sono dalla parte delle donne. Spesso, infatti, promuovono politiche che possono limitare l’accesso all’aborto, ridurre i finanziamenti per i servizi di assistenza alle donne vittime di violenza e ostacolare le iniziative per la parità di genere.

Questi atteggiamenti non solo frenano il progresso, ma possono anche far regredire le conquiste ottenute con anni di lotte e sacrifici, specialmente in un periodo storico in cui i diritti delle donne sono continuamente minacciati.

Se pensiamo che nel 2024 il tetto di cristallo si sia infranto, purtroppo dati e statistiche sulla presenza delle donne nei luoghi di decision making vengono a ricordarci che la realtà è ben diversa.

Ed è per questo che le candidate donne portano con sé una prospettiva unica e una comprensione profonda delle problematiche che le donne affrontano quotidianamente. La loro presenza nelle istituzioni politiche non solo garantisce una maggiore rappresentanza di genere, ma promuove anche politiche più inclusive e giuste.

In molte parti d’Europa, i movimenti conservatori stanno guadagnando terreno, alimentando paure e pregiudizi. Questi partiti spesso promuovono una retorica che tende a relegare le donne a ruoli tradizionali, limitando le loro opportunità di crescita personale e professionale.

Per questo ho deciso di candidarmi. E sono felice di farlo nel mio Sud. Soprattutto per le giovani donne di queste terre.

E se sarò eletta mi impegnerò per una Europa più equa e inclusiva, per la parità salariale, la lotta contro la violenza di genere, il diritto all’educazione e alla salute riproduttiva.

La nostra voce è essenziale per garantire che le politiche europee tengano conto delle esigenze e delle aspirazioni di tutte le sue cittadine, per costruire una società dove uomini e donne abbiano uguali opportunità e dove il contributo di ciascuno sia valorizzato.

Faccio mie le parole di Malala Yousafzai, giovane donna pachistana Nobel per la pace 2014: «ho alzato la voce, non in modo da poter urlare, ma in modo da poter far sentire quelli senza voce… Non possiamo avere successo quando metà di noi rimane indietro».

Votare per una donna vuol dire sostenere una visione progressista e inclusiva dell’Europa. Significa opporsi a chi vuole limitare i diritti delle donne e promuovere una società più equa e giusta.

In un momento storico in cui le forze conservatrici cercano di farci tornare indietro, è più importante che il voto il più possibile sia declinato al femminile, perché votare non è solo un dovere, ma soprattutto un potere.

*Candidata per STATI UNITI D’EUROPA nella Circoscrizione Meridionale

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4 commenti su “PER UN’EUROPA PIU’ INFLUENTE E FEDERALE, EQUA E INCLUSIVA”

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