Fondazione Marisa Bellisario

PER RICORDARE DI COSA SONO CAPACI LE DONNE

di Maria Elena Boschi*

Il 1° gennaio di 75 anni fa entrava in vigore la nostra Costituzione e quest’anno la celebrazione dell’8 marzo non può che partire dall’eredità che ci hanno lasciato le nostre madri costituenti. Non si può non riconoscere che il loro contributo ha dato uno straordinario impulso al percorso di emancipazione delle donne.

Dopo la fondamentale pagina della Resistenza, il diritto di voto fu una conquista storica di cittadinanza e di affermazione dell’individualità. Con la partecipazione all’Assemblea Costituente, per quanto minoranza, le donne sono entrate a pieno titolo nella scena politica. Senza donne straordinarie come Nilde Iotti, Lina Merlin, Maria Federici e le altre 18, non sarebbero stati scritti i principi di parità che hanno costituito la base per la trasformazione non solo delle leggi, ma della vita e del modo di pensare degli Italiani.

Le madri costituenti erano consapevoli che il riconoscimento della parità esisteva in quel momento solo negli articoli della Costituzione, che era un punto di partenza, come ricordò Teresa Mattei. Oggi quel faticoso cammino per una vera democrazia paritaria non è ancora concluso. Restano molte contraddizioni da sanare. E se le donne oggi sono più istruite, emancipate e presenti nella sfera pubblica, il sistema sociale è ancora pensato da uomini per uomini.

Il patriarcato porta con sé una strisciante misoginia che diventa discriminazione, disuguaglianza, ingiustizia, violenza, anche la più estrema.

Per poter affermare una parità sostanziale di diritti e di opportunità per le donne abbiamo bisogno di esperienze uniche come quella della Fondazione Bellisario. In questi 35 anni di attività, grazie soprattutto al lavoro instancabile della sua Presidente Lella Golfo, la Fondazione ha raggiunto traguardi importanti, senza aver paura di rivendicare per le donne la leadership economica, culturale, sociale. La Fondazione riconosce, sostiene e valorizza esempi virtuosi di donne che mettono a disposizione di altre donne i propri successi. Anche io, nel mio impegno nelle Istituzioni, ho sempre pensato che se i miei traguardi non fossero serviti ad aiutare altre donne ad arrivarci con me e magari anche a superarmi, il mio ruolo non sarebbe servito davvero, perché la politica deve migliorare la vita degli altri, non la propria.

Ora più che mai, in questo 8 marzo, il modo migliore per onorare le nostre mamme, nonne e il loro impegno straordinario per l’emancipazione è andare avanti e combattere per le nostre sorelle e figlie afghane, ucraine, iraniane, nigeriane. Poco distanti da noi giovani ragazze vengono avvelenate mentre sono a scuola da un regime che vuole punire la loro lotta per la libertà. Ad altre viene impedito di studiare, lavorare, amare chi vogliono, perfino ascoltare musica. Molte vengono violate nel corpo, ma il loro spirito resta fiero e coraggioso. A loro il nostro grazie perché ci ricordano ogni giorno di cosa sono capaci le donne.

*Deputata

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8 commenti su “PER RICORDARE DI COSA SONO CAPACI LE DONNE”

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