di Gabriella Palmieri Sandulli*
Il mio contributo sull’argomento è connesso al mio ruolo istituzionale di Avvocato Generale dello Stato e dalla circostanza di essere stata la prima donna nella storia ultracentenaria dell’Istituto a ricoprire questo incarico apicale, dopo essere stata la prima donna a ricoprire l’incarico di Segretario Generale e di Vice Avvocato Generale.
Per quanto riguarda l’equilibrio di genere nella pubblica Amministrazione, il profilo è duplice: modalità di accesso e svolgimento della carriera.
Il dato positivo è che nella Pubblica Amministrazione non si crea il c.d. “gender pay gap”, perché non esiste una retribuzione “di genere”. A parità di mansioni e di carriera e di anzianità di servizio, infatti, non vi sono differenze stipendiali, ma una totale equiparazione, nell’ottica dell’art. 97 della Costituzione.
L’ultimo comma prevede la regola del pubblico concorso per l’accesso ai pubblici impieghi, considerato come il mezzo che offre le migliori garanzie di selezione dei soggetti più capaci e per assicurare l’effettività delle pari opportunità.
Per l’accesso si può ritenere che siano stati rimossi tutti gli ostacoli per consentire una partecipazione paritaria fra uomini e donne ai concorsi pubblici, mentre non altrettanto può dirsi per il raggiungimento delle posizioni apicali o dirigenziali.
Per alcune tipologie di carriere, Prefettura, Magistratura e carriera diplomatica, influisce il dato temporale, perché i rispettivi accessi al concorso anche da parte delle donne sono stati consentiti a partire dal 1960 per la Prefettura, dal 1963 per la Magistratura e dal 1967 per la carriera diplomatica.
Da un recente studio (marzo 2023) del ForumPA, emerge che la Pubblica Amministrazione è in maggioranza formata da donne, (58,8% del totale dei 3,2 milioni di dipendenti pubblici italiani), ma che solo il 33,8%, occupa posizioni apicali, cioè, una donna su tre.
Nella magistratura ordinaria dal 1987 i vincitori di concorso sono più donne che uomini e dal 2015 il numero totale delle donne presenti in magistratura ha superato quello degli uomini. La percentuale si inverte nell’assegnazione di incarichi direttivi e semidirettivi, anche se nel 2023, per la prima volta, una donna è diventata Presidente della Corte di cassazione.
Per la prima volta nel 2020 e ancora nel 2022, una donna è stata eletta Presidente della Corte costituzionale dagli altri Componenti e, quindi, con specifica considerazione delle sue capacità professionali.
La presenza femminile all’interno dell’Avvocatura dello Stato è stata sempre significativa come impegno e qualità professionale.
Su 25 Avvocati Distrettuali 9 sono donne e dirigono Avvocature importanti per qualità e quantità del contenzioso e del consultivo trattato e per la collocazione in un contesto regionale di rilievo (Bologna, Cagliari, Catania, L’Aquila, Milano, Palermo, Perugia, Salerno, Trieste); 3 donne fanno parte del Comitato Consultivo, composto da sei Avvocati dello Stato e presieduto dall’Avvocato Generale che è, appunto, una donna; 2 donne sono attualmente Vice Avvocato Generale dello Stato.
Tratto comune è la capacità di coniugare il rilevante impegno professionale con l’altrettanto rilevante impegno familiare, senza che l’uno arrechi pregiudizio all’altro in un sapiente equilibrio di ruoli.
In generale, però, difettano buone pratiche tese a favorire una composizione gender-balanced, che salvaguardi efficacemente il principio di parità, anche se l’attenzione ad assicurare in concreto l’equa ripartizione di genere e, comunque, una significativa presenza femminile a ogni livello è sempre più marcata.
La Missione 1 del PNRR (adozione di nuovi meccanismi di reclutamento nella P.A. e revisione delle opportunità di promozione alle posizioni dirigenziali di alto livello) si pone l’obiettivo di garantire pari opportunità sia nell’ambito della partecipazione al mercato del lavoro, sia nelle progressioni di carriera, in linea con il secondo principio del pilastro europeo dei diritti sociali. Inoltre, le misure dedicate al lavoro agile nella Pubblica amministrazione incentivano un più corretto bilanciamento tra vita professionale e vita privata. Il PNRR si occupa diffusamente del tema delle pari opportunità e le 6 Missioni individuate nel Piano stesso sono accomunate da priorità trasversali relative anche alle pari opportunità.
L’ottica delle pari opportunità è considerata, dunque, fondamentale per la ripresa dell’Italia e presuppone interventi sulle molteplici dimensioni della discriminazione verso le donne.
* Avvocato Generale dello Stato