Fondazione Marisa Bellisario

PACE E SICUREZZA: IL RUOLO DELLE DONNE

di Paola La Salvia*

Mentre scrivo la guerra imperversa, prepotentemente, e continua a fare la storia, con il rischio sempre più concreto che la “guerra a pezzi” diventi globale e nucleare. Sono tempi difficili per la Pace, per la Terra, per i diritti delle persone, non solo delle donne, ma delle donne maggiormente.

Mirjana Spoljaric, Presidente dell’International Committee of the Red Cross (ICRC) ha dichiarato che “Attualmente, più di 100 conflitti armati infuriano in tutto il mondo. La Croce Rossa vede gli impatti brutali quotidiani dei conflitti armati su donne e ragazze, che includono livelli scioccanti di violenza sessuale, sfollamenti e morti durante il parto perché non hanno accesso alle cure”.

Da quando il Consiglio di Sicurezza ha adottato la Risoluzione 1325 su donne, pace e sicurezza, abbiamo raggiunto alcuni primati storici per l’uguaglianza di genere. Ma siamo lontani da risultati significativi.

Durante i conflitti i civili, ma soprattutto le donne e i bambini, pagano un prezzo altissimo. Potremmo non conoscere mai il numero di donne e ragazze che sono state stuprate, ma la Commissione Internazionale di esperti sui diritti umani, ha affermato che in tempi di guerra le violenze commesse su donne si attestano su numeri impressionanti, i matrimoni precoci aumentano del 51% e i centri sanitari locali, le organizzazioni umanitarie e i gruppi per i diritti umani continuano a denunciare casi di violenze sessuali.

Il rispetto del diritto umanitario internazionale durante i conflitti deve essere prioritario, gli Stati devono garantire che tale principio sia integrato nel diritto nazionale e mutuato nella dottrina militare. Nel 2008 l’ONU, con la Risoluzione 1820, ha sancito che lo stupro non è solo un’arma di guerra ma è anche un crimine contro l’umanità. Nel 2019 ha istituito la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sessuale nei conflitti, che si celebra il 19 giugno di ogni anno, per sensibilizzare sulla necessità di porre fine a questo crimine. Ma lo stupro di guerra viene ancora perpetrato.

A poco più di un anno dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina e della più grande crisi di rifugiati in Europa dalla seconda guerra mondiale, i civili, e tra questi donne e bambini, continuano a pagare un prezzo altissimo, con oltre 10.000 morti e decine di migliaia di feriti. Le donne e i loro figli sono il 90% dei quasi 8 milioni di ucraini che sono stati costretti a trasferirsi in altri Paesi. Allo stesso modo, le donne e le ragazze rappresentano il 68% dei milioni di sfollati in Ucraina.

A Gaza infuria un altro conflitto. Bambine e donne di ogni età sono state barbaramente ammazzate il 7 ottobre sul territorio israeliano da Hamas e altre sono state rapite per essere usate come merce di scambio. In conseguenza di ciò, a Gaza sotto le bombe dell’esercito israeliano, che ha già ucciso oltre 16 mila persone, sono 50.000 le donne incinte. Partoriscono nei rifugi, in strada in mezzo alle macerie, o in strutture sanitarie devastate, prive di materiale sanitario e farmaci perché gli ospedali in dispregio di ogni umanità e diritto internazionale sono bombardati, assediati, occupati, chiusi o irraggiungibili; 45 centri di assistenza sanitaria sono stati colpiti e sono inattivi. Le donne incinte rischiano complicazioni legate al parto e avranno bisogno di cure mediche che non saranno assicurate, mentre muoiono i bambini prematuri per assenza di incubatrici.

La guerra sconvolge la vita di milioni di civili, compresi i bambini, che dovranno convivere con l’orribile eredità di perdite umane, distruzione fisica e danni ambientali, in particolare la contaminazione da residuati bellici per molti anni a venire.

Davanti a tanti morti, in prevalenza donne e bambini, davanti a tanto dolore, è necessario un cambio di rotta perché si fermi il massacro, si depongano le armi, si abbia cura delle persone, affinché prevalga l’umanità. Si deve pretendere che il corpo delle donne, non sia mai più usato come “campo di battaglia” o “bottino di guerra” e che lo stupro e la violenza sessuale non siano mai più armi per l’affermazione del potere maschile.

Risulta incoerente che ai tavoli negoziali non vi sia una apprezzabile rappresentanza di donne. In queste sedi, infatti, solo le donne sarebbero capaci di far valere le ragioni dettate dal senso di umanità e solidarietà che normalmente soccombono, o non vengono proprio prese in considerazione (nonostante non manchino mai sterili riferimenti “salva morale” alle sofferenze della popolazione civile) a favore di interessi tattici/militari e politici.

Le donne, la pace e la sicurezza devono essere viste come una parte olistica dell’agenda globale per la pace e la sicurezza.  A meno che non mettiamo al tavolo negoziale le donne, continueremo a cercare invano la pace nel nostro mondo. Credo fermamente che cercare di lavorare per la pace e la sicurezza globali senza le donne sia come cercare di vedere l’intero quadro con un occhio coperto.

Tra uccidere e morire c’è una terza via: vivere. Virginia Woolf, nel 1938 scriveva: «Il modo migliore per aiutarvi a prevenire la guerra non è di ripetere le vostre parole e seguire i vostri metodi, ma di trovare nuove parole e inventare nuovi metodi. E il fine è il medesimo: affermare il diritto di tutti, di tutti gli uomini e di tutte le donne, a vedere rispettati nella propria persona i grandi principi della giustizia, dell’uguaglianza e della libertà».

In questi giorni bui, voglio chiudere con le parole luminose di Robin Morgan, in Cassandra non abita più qui: “Pane. Un cielo pulito. Pace vera. Congedato l’esercito, abbondante il raccolto. […] Uguale, giusto e riconosciuto il lavoro. Piacere nella sfida che porta, concordi, a risolvere i problemi. La mano che si alza solo nel saluto. Interni – dei cuori, delle case, dei paesi – così solidi e sicuri da rendere finalmente superflua la sicurezza dei confini. E ovunque risate, sollecitudine, festa, danze, contentezza. Un paradiso umile, terrestre, ora. Noi lo renderemo reale, nostro, disponibile. Noi disegneremo la politica, la storia, la pace. Il miracolo è pronto. Credeteci. Siamo le donne che trasformeranno il mondo”.

*Tenente Colonnello della Guardia di Finanza

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3 commenti su “PACE E SICUREZZA: IL RUOLO DELLE DONNE”

  1. Romolo Martelloni

    Molto bello, scritto con lucida realtà dei fatti e con veemenza di pace.

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