di Rosaria Talarico*
La bellezza delle donne si chiama varietà: di stili, esperienze, aspetto. Sappiamo sorprenderci ed essere sorprendenti. A questo pensavo durante la mia prima partecipazione a Donna Economia &Potere. Lo scorso anno il seminario si è svolto a Bologna, nella Salaborsa che si affaccia su piazza del Nettuno, dal nome della fontana che vi troneggia. Un simbolo non solo di Bologna, dato che il tridente del Nettuno è finito per diventare il logo scelto dai fratelli Maserati per la loro casa automobilistica. Subito dopo il convegno era prevista una visita guidata del centro storico con partenza proprio da lì. Quasi immediatamente chiesi lumi all’incolpevole guida, con la faccia tosta che mi appartiene, sull’espediente usato dal Giambologna per evitare la censura ecclesiastica. Lo scultore voleva infatti realizzare gli “attributi” di Nettuno di una dimensione considerevole. E usò un trucco di prospettiva. Da una particolare angolazione il pollice della mano tesa del Nettuno sembra spuntare direttamente dal basso ventre, facendolo sembrare ben altro. La guida ci mostrò una pietra nera (non a caso chiamata “della vergogna”) che permette di bearsi di questa visione, scusandosi in anticipo con la suora che era parte del nostro gruppo. Quello che non poteva minimamente immaginare è che la suora fosse Giuliana Bragantini, una delle speaker del convegno e Mela d’oro, che se ne uscì con un impertinente “Ne ho visti dal vivo, eh!” nell’ilarità generale.
Gli occhi ironici sono incorniciati dagli occhiali e dal velo grigio della sua divisa. E raccontò quindi uno straordinario aneddoto. Per molto tempo ha fatto servizio a Rebibbia tra i carcerati. Un giorno entrò in una cella trovando una trans coperta solo da un pareo. Alla vista della suora, probabilmente per metterla in imbarazzo, lo lasciò cadere scoprendo un corpo con genitali maschili e un seno assolutamente femminile. Suor Giuliana, ben lontana dal mostrarsi scandalizzata, esclamò: “Sei proprio l’immagine di Dio!”. Che è una risposta perfetta, anche da un punto di vista teologico.
Improvvisamente il pur interessante tour bolognese perde per me di interesse rispetto al potenziale che intravedo nelle storie di suor Giuliana. Fa parte della Congregazione delle Suore Canossiane è ha ricevuto la Mela d’oro nel 2009, come premio per l’impegno religioso. È originaria del Nord, ma ha vagato per tutta Italia: da Bassano del Grappa a Lamezia Terme, che è pure la mia città. E ha un racconto anche qui. Viene ricoverata in ospedale in seguito a un incidente. Siccome non c’era posto nel reparto donne, per l’urgenza la ricoverano in quello degli uomini. Durante la notte chiama perché deve andare in bagno e l’infermiere di guardia arriva con il pappagallo, dicendole pure di sbrigarsi perché ha fretta. Solo quando lei emerge dalle coperte si rende conto della gaffe…
Le chiedo l’origine della sua vocazione. “A stento andavo a messa la domenica, ma mi piaceva stare in mezzo alla gente. Per la donna all’epoca non c’erano grandi possibilità”. Poi la vocazione, lo studio, le esperienze in luoghi di sofferenza. E riferito al suo primo aneddoto aggiunge: “In carcere ho imparato a non giudicare”. Un essenziale trattato di umanità, tra le vie di Bologna “la dotta”. Perché non per forza la saggezza la si trova nei libri.
*Specialist Editor Internal Communication Frontex – European Border and Coast Guard Agency