Fondazione Marisa Bellisario

L’IMPEGNO IN EUROPA PER UNA SOCIETÀ SICURA PER TUTTE

di Cinzia Bonfrisco*

Lo sfruttamento di donne e ragazze vittime a fini sessuali è un marchio d’infamia che ancora persiste nelle nostre società e, inoltre, assume nuove forme. Si tratta di un fenomeno taciuto nonostante sia uno dei più gravi crimini contro l’umanità. Basti pensare che, secondo il monitoraggio di Eurostat, il 63% delle vittime registrate della tratta di esseri umani nell’Unione Europea sono state donne o ragazze. «Lo sfruttamento sessuale è stata ancora la forma di sfruttamento predominante nel 2021, pari al 56%, sebbene la prevalenza sia inferiore rispetto al periodo 2008-2019 (65,9% in media). Nel frattempo lo sfruttamento lavorativo è stato del 29%». Mentre, «altri scopi di sfruttamento, compreso l’utilizzo per frode sociale, attività criminali e accattonaggio forzato, erano al 15,8% nel 2021, ovvero circa il 5% in più rispetto al 2019-2020». Sulla pelle di donne e ragazze si stimano profitti vicini ai 14 miliardi di euro per il solo sfruttamento sessuale.

Sono numeri allarmanti e non esaustivi, poiché le vittime dei crimini sono spesso difficili da ritracciare. Pertanto, un passo fondamentale della legislatura in conclusione al Parlamento Europeo è stato l’ampliamento, votato a febbraio, dei casi previsti come reato della direttiva sulla lotta alla tratta di esseri umani. Al suo interno è stata stabilita una pena minima di cinque anni per matrimoni forzati, adozioni illegali e sfruttamento della maternità surrogata. Nonostante questo avanzamento, l’Unione Europea ha mancato un obbiettivo irrinunciabile: infatti, non è stata inserita una definizione univoca di stupro valida per tutta l’Europa. Ciò è avvenuto sull’opposizione di Francia e Germania; mentre, l’Italia era favorevole al concetto che “solo sì significa sì”. Specialmente di fronte alla crescente islamizzazione dell’Europa questo principio deve essere difeso e consolidato.

Le sfide riguardano aspetti ulteriori. Dopo la pandemia da COVID-19 gli strumenti a disposizione dei trafficanti di esseri umani si sono rafforzati e la dimensione digitale è divenuto un nuovo terreno di contrasto al traffico di esseri umani. Come Lega di Matteo Salvini, a più riprese, abbiamo chiesto di rafforzare il rilevamento di contenuti internet utilizzati dalle organizzazioni criminali e di cooperare con le imprese digitali per contrastare il fenomeno. Gli Stati membri dell’Unione Europea devono essere sostenuti nella loro lotta, in particolare Paesi di primo approdo come l’Italia, poiché il traffico di donne e ragazze a fini sessuali ed economici è stremente legato all’immigrazione clandestina.

In conclusione, il mio impegno, ispirato dalla sapiente visione della Fondazione Marisa Bellisario, è di proseguire nel proporre azioni di contrasto a ogni forma di violenza e sfruttamento di donne e ragazze ovunque esso si manifesti.

Sono al Parlamento Europeo a difesa dell’unico futuro possibile e prospero per l’Europa: una società sicura per tutte noi.

*Europarlamentare

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