di Valeria Gangemi*
La prossima competizione elettorale europea è importante perché è li che si decide da tempo il nostro futuro. Un domani infatti, i parlamenti nazionali confluiranno in un consesso democratico universale. Oggi però nel nostro Paese si mette in scena uno spettacolo incomprensibile ai più, anche a un pragmatico osservatore internazionale che cerchi di comprendere. Perché i segretari o presidenti dei partiti, dei movimenti si candidano? Sanno già che non lasceranno le proprie responsabilità. Questo comportamento va letto come un segno di forza o di debolezza? È una rivendicazione simbolica momentanea o una mera speculazione per fini elettorali, funzionale esclusivamente alla vittoria? Il Nome del leader accanto al Simbolo si o no, una scelta amletica, che non appassiona, rivela un inutile e stanco rituale. Che senso ha inserire il nome del momentaneo leader se poi lei o lui rinunceranno a favore del secondo candidato in lista? Per vincere ogni mezzo è lecito e ammissibile? Legare il futuro di un partito, di un’idea politica al suo leader ha senso? O maschera l’assenza di progetto, di idee?
Concentrarsi sui contenuti, sarebbe più utile e serio per un confronto sule scelte fattuali da compiere per costruire e influenzare democraticamente la sovra nazione europea. Quali modelli di educazione, di sanità, di lavoro vogliamo, quale difesa e sicurezza solidale? Come perseguire un sistema economico finanziario sostenibile e quali regole per una Banca europea unica? Domande che meritano risposte, soluzioni, proposte che noi cittadini europei vorremmo approfondire per scegliere, confrontandoci magari anche scontrandoci su idee, progetti, contenuti e non certo limitarci ad un misero like o visualizzazione in più, su un banale slogan.
La democrazia è un valore che non ammette la superficialità anche se gli attuali tempi di comunicazione rapidi impongono un appiattimento su posizioni acritiche. Una lettura spesso superficiale, approssimativa della realtà sempre più virtuale che reale. Non possiamo essere leggeri per assecondare l’apparenza alla sostanza, come se fossimo chiamati a dare le pagelle al look dei politici che sfilano in passerella. Qui si mette in discussione il senso e il significato profondo dell’Europa. Stiamo parlando di un’unione consolidata di Paesi europei, sempre più dell’Est, con storia, cultura ed economia diversi ma uniti nella diversità che è sempre valore aggiunto e non divisivo se ben gestito. Perché l’Europa siamo noi!
Siamo chiamati con il nostro voto a confermare un modello eticamente laico espressione di valori come democrazia, eguaglianza, solidarietà, sostenibilità. Modello contrapposto alla sudditanza, all’egoismo del pensiero unico, alla riscrittura della storia, disvalori capaci di far farci fare passi indietro in termini di diritti, di autodeterminazione, in altri termini rischiami derive dittatoriali fondate sul fake. Ci vuole lucida intelligenza, radicata in una identità europea, essere all’altezza di ciò che grazie al coraggio di pochi statisti abbiamo ricevuto e dobbiamo consegnare alle nuove generazioni.
Uno Stato europeo che va certamente migliorato ma non demolito per egoismi personali mascherati da presunti interessi nazionali. Le tante guerre in atto, vicine e lontane evidenziano come la pace, la diplomazia devono essere gli unici strumenti di risoluzione dei conflitti. A questi scontri mortali, si affianca inoltre una guerra silenziosa ma altrettanto subdola quella dello scontro tra Umanità e A.I. Questa sfida epocale non è scontro apparente tra passato e futuro e necessita di una classe politica europea in grado di capirne la portata e decidere per legiferare con mente aperta, determinata ma lungimirante. L’Europa non è la provincia dell’impero dove collocare personaggi scomodi o robot telecomandati ma persone preparate capaci a comprendere e risolvere questioni fondamentali per il nostro futuro. Ecco perché la scelta dei contenuti unitamente ai suoi rappresentanti è doverosa e necessaria per la classe politica dirigente così come per i cittadini responsabili lo è esercitare il diritto di voto.
*Direttore del Personale, Business Angel
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