Intervista a Marcella Caradonna, Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Milano
di Manuela Belloni*
Marcella, rappresenti un esempio di donna al vertice di un importante ordine professionale, l’Ordine dei Dottori Commercialisti di Milano e, dal tuo osservatorio, vorrei porti alcune domande sul mondo professionale. Innanzitutto, ritieni esistano nella categoria professionale gap di genere?
Nella nostra categoria professionale, oggi, esiste ancora un gap di genere sia come rappresentanza sia a livello professionale. La presenza delle donne ai vertici di categoria al momento attuale è molto ridotta, ma la situazione è destinata a mutare velocemente per l’introduzione di una recente disposizione normativa che impone la presenza di donne nelle elezioni dei nuovi vertici.
È tuttavia importante, anche, che una quota di donne sia presente nella vita degli Ordini: convegni, produzioni editoriali e partecipazione a comitati vedono ancora una percentuale della componente maschile molto superiore rispetto alla suddivisione in termini numerici della categoria. È fondamentale mantenere alta l’attenzione e rompere il “soffitto di cristallo” nelle strategie quotidiane degli Ordini. Da una indagine effettuata a Milano emerge con evidenza il gap anche nella attività professionale, poiché il reddito delle donne è nettamente inferiore a quello degli uomini.
Il problema del gap di genere nelle categorie professionali oggi, quindi, esiste ed è legato a diversi fattori. L’attuale impianto normativo non è certo di aiuto. Per le professioniste donne, infatti, non vi sono le stesse tutele che sono state via via introdotte per le lavoratrici dipendenti. Nella nostra cultura la gestione della famiglia e il supporto agli anziani sono normalmente ancora a carico ancora donne. La pandemia, in generale, ha evidenziato questo fenomeno, ma, per le professioniste, tutti questi oneri sono acuiti dalla difficoltà a gestire uno Studio senza soluzione di continuità.
Quali sono le principali differenze che riscontri?
Le principali difficoltà che riscontro sono sia a livello economico, in quanto le donne, a parità di età ed esperienza e nonostante la preparazione e la professionalità, guadagnano meno dei colleghi uomini, sia a livello di difficoltà a raggiungere posizioni dirigenziali a livello di categoria.
Cosa si può fare per colmare il gap?
Da un lato, è necessario un intervento legislativo che riguardi tutte le categorie professionali, che tuteli le donne, prendendo atto del ruolo che hanno nel tessuto sociale. Da un altro, vedo che nel tempo è cambiata la consapevolezza di noi donne: abbiamo una grande capacità di fare rete, di dialogare e dovremmo usarla per creare un percorso culturale di cambiamento. La Legge sulle “quote rosa”, ad esempio, ha portato alla ricerca di professionalità femminili all’interno degli organi societari delle aziende, e ha comportato un cambiamento di approccio all’universo femminile. Il percorso verso la parità di genere nelle professioni è ancora lungo, ma qualcosa sta lentamente cambiando, grazie alla consapevolezza di tutte le donne che giornalmente si dedicano al proprio lavoro con impegno, determinazione, tenacia, passione, dedizione e professionalità. Per dare un’ccelerazione è fondamentale fare rete, supportarsi l’un l’altra, valorizzare il ruolo di ognuna.
* Dottore Commercialista e Revisore Legale
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