di Mariella Liverani*
Si è da poco chiusa la 17ª edizione di MedaWeek Barcelona 2023 meglio conosciuta come “Mediterranean Week of Economic Leaders” ovvero il vertice socio-economico del Mediterraneo che riunisce ogni anno i principali leader di questa zona. Nella Llotja de Mar, edificio storico di Barcellona, simbolo delle transazioni commerciali tra mercanti nei secoli passati, esperti e rappresentanti delle principali istituzioni del Mediterraneo hanno analizzato le principali sfide del presente e del futuro della regione, chiedendo una maggiore cooperazione pubblico-privato, una più solida unione con l’Europa e l’Asia e la ricerca congiunta di soluzioni a sfide come la digitalizzazione, la transizione sostenibile e la promozione dell’imprenditoria femminile.
Evento di punta della prima giornata di lavori, il 15° Forum delle donne imprenditrici, guidato dalla Federazione delle donne imprenditrici mediterranee (AFAEMME). Fondata nel 2002 a Barcellona e composta dal oltre 65 organizzazioni di donne d’affari provenienti da 24 Paesi del Mediterraneo, AFAEMME è “una piattaforma di networking per le donne d’affari e le imprenditrici di tutto il Mediterraneo e un’organizzazione di lobby euromediterranea”. Al Forum ha riunito donne d’affari di spicco, leader mondiali, partner dei settori pubblico e privato e imprenditori di tutto il Mediterraneo per discutere dell’integrazione delle donne nell’economia, una questione in sospeso. A partire dalle disuguaglianze nel settore imprenditoriale, di cui sono state analizzate le radici profonde: dai fattori culturali all’insufficiente sostegno alle imprese guidate dalle donne, dalla mancanza di strategie pubbliche alla questione della conciliazione tra lavoro e famiglia fino ai gap a livelli apicali, agli ostacoli nell’accesso al credito e al gender digital divide.
Rispetto alla media globale, l’Europa e la regione MENA sono al di sotto della percentuale globale del 6,2% di donne che possiedono un’impresa (rispettivamente 5,3% e 4,5%). Colmare il divario di genere, si è detto, potrebbe potenzialmente aggiungere il 47% alla crescita del PIL entro il 2025. Numeri che inquadrano la centralità nel tema nello sviluppo dell’intera area mediterranea: il divario di genere nell’imprenditoria è persistente e costa alle economie idee, innovazione e posti di lavoro. Eva Borrás, presidente della Camera di commercio di Barcellona così come la ministra dell’Economia e delle Finanze della Generalitat, Natalia Mas Guix hanno sottolineato – studi, dati e numeri alla mano – quanto le leadership femminile in economia sia ancora un grande incompiuto e uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo sostenibile dell’area. Parla invece di mancanza di finanziamenti per le imprenditrici Helena de Felipe, presidente della Federazione delle donne imprenditrici mediterranee. I temi dell’accesso al credito e ai finanziamenti per la creazione e la crescita delle imprese femminili, il potenziale del fintech per migliorare l’accesso al finanziamento del debito e del capitale ma anche la qualità dei servizi di accompagnamento non finanziari sono alcuni dei nodi affrontati dal Forum. Tra le soluzioni prospettate, si parla tanto e bene delle quote per colmare il divario ai vertici ma anche di investimenti in istruzione e promozione del commercio inclusivo. L’obiettivo è dare alle sfide globali della regione mediterranea la possibilità di avviare la cooperazione su un piano di parità.
Un obiettivo su cui la Fondazione Marisa Bellisario è impegnata da sempre, concretamente e con iniziative che nel corso degli anni hanno riunito le più brillanti intelligenze femminili dell’area. Il Mediterraneo è una Regione grande che abbraccia culture diverse fra la sponda Nord e quella Sud, ma le Donne si confrontano, intraprendono e non hanno paura del cambiamento, anzi lo cavalcano.
*Gèrant LMc Consulting, Président CIFE Italie