Fondazione Marisa Bellisario

LAVORO E GENERAZIONE Z

di Annamaria Gimigliano*

Il 2 ottobre è morto Sebastian Galassi, un giovane rider di 26 anni. Sebastian è il settimo morto quest’anno nello svolgimento di un lavoro antico completamente trasformato dall’industria 4.0. Ed è proprio questo il punto.L’algoritmo che assegna le consegne, registrando il mancato arrivo del fattorino a destinazione, dopo 2 ore dall’incidente gli ha disattivato l’account per “mancato rispetto dei termini e condizioni”, in pratica lo ha licenziato. Ovviamente Glovo si è scusata, ma il problema resta il servizio in sé, che delega la gestione del personale ad un algoritmo.

Quando diciamo che il 60% dei lavori che faranno i nostri figli non esistono, significa che non esistono neanche le regole con cui saranno svolti questi lavori e soprattutto prevederanno una relazione uomo-macchina del tutto inedita. Non è solo il caso dei fattorini, è un’onda che sta investendo il mercato del lavoro a partire dal processo di selezione, per cui sempre più aziende stanno sperimentando videointerviste valutate da algoritmi per stabilire chi passerà alle fasi successive dei colloqui. Il risparmio in termini di tempo è evidente, ma più subdolo è come, in un meccanismo di azione-retroazione, questa innovazione cambierà i comportamenti dei candidati.

Tutti sappiamo che anche oggi i processi di selezione hanno un codice di comportamento che è rischioso sfidare, ma quando dall’altra parte c’è un essere umano e non un algoritmo le opzioni sono evidentemente più ampie. A ciò occorre aggiungere che gli strumenti di Machine Learning, quegli algoritmi di Intelligenza Artificiale che hanno la capacità di autoapprendere, per loro stessa natura sono delle “black box”, per questo uno dei business più in crescita nel settore dell’Intelligenza Artificiale sono i software che identificano i bias negli algoritmi… con buona pace dell’oggettività che pensiamo possa garantirci un agente artificiale.

Dunque, quando accusiamo la Gen Z di non aver voglia di lavorare, dovremmo forse anche iniziare a domandarci cosa sia il lavoro visto dalla loro prospettiva.

*Esperta di organizzazione e sviluppo

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7 commenti su “LAVORO E GENERAZIONE Z”

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