di Filomena Greco*
Nel mentre altri pensano a dividere il nostro Paese attraverso uno strumento come l’autonomia differenziata in venti staterelli, con capacità economiche e strutturali differenti, rendendo però, l’intero sistema Italia più debole, meno coeso, aggredibile economicamente, meno competitivo negli scenari globali oltre che maggiormente esposto verso le nuove forme di povertà che si sommano a quelle già croniche del passato, io ho un’idea, di contro, del nostro Continente che approdi verso la formazione degli Stati Uniti d’Europa. Un approdo naturale direi, anzi necessario, come la vicenda pandemica ha dimostrato negli anni appena passati, e come gli attuali scenari di guerra a noi prossimi, esigono.
Stati Uniti d’Europa, come formazione politica di scopo nella quale sono candidata nella circoscrizione Italia Meridionale per Italia Viva, ma soprattutto come processo politico e istituzionale che renda per intero la consapevolezza e l’importanza insita per esempio nella cittadinanza europea in capo ad ognuno di noi. Dei vantaggi che da essa derivano, obblighi e opportunità e soprattutto dal senso civico europeo comune che dobbiamo sapere far scattare per aiutare il passaggio da Comunità economica europea a comunità di uomini e donne europee unanimemente coinvolti verso la costruzione di una comunità degli Stati Uniti d’Europa che superi i confini fisici e mentali a noi contemporanei.
Stati Uniti d’Europa che offrano al Sud l’opportunità di diventare ponte tra l’Europa ed il Mediterraneo, tra l’Europa e l’Asia. Un crocevia di scambi commerciali che può dare impulso a dinamiche positive in termini produttivi, finanziari, tecnologici ma anche di cooperazione, cultura e integrazione. E si pensi, in questa logica, al ruolo che potrebbe avere il porto di Gioia Tauro e il sistema aeroportuale calabrese. Due asset strategici che hanno bisogno di essere sostenuti da politiche di sviluppo intermodali che guardino e valorizzino potenzialità e risorse. Un’idea dell’Europa che non sia ostaggio a prescindere di un Green deal che è un principio sacrosanto, ma se diventa il modo con il quale si perdono pezzi di agricoltura e manifattura italiana e europea a favore di quote di mercato destinate a cinesi e indiani, in ragione di uno mero sguardo ideologico si fa un danno alle imprese e all’ambiente.
Da imprenditrice, da amministratrice ma soprattutto da donna del Sud ho portato avanti, con tenacia, assieme ad altri sindaci e associazioni, le istanze dei nostri territori per uno sviluppo armonioso che tenga a cura il benessere ambientale, economico e sociale di ognuno, nessuno escluso. Dobbiamo con costanza lottare ognuno dal proprio ruolo, e con la propria consapevolezza contro provvedimenti come l’autonomia differenziata che provocherà di fatto un ulteriore rallentamento/ arretramento nei territori del nostro mezzogiorno d’Italia.
È infine la mia un’idea di Europa che si adoperi con metodo sulla questione di genere, poiché è condizione preliminare per uno sviluppo armonico che arrivi a toccare finanche la capacità stessa delle Istituzioni europee nel dimostrare di sapere esprimere una compiuta visione di coesione socio economica. Di questo sono convinta, e in questa direzione parte del mio impegno sarà sempre stabilmente profuso nelle Istituzioni UE. Poiché appunto, dalla capacità politica o meno degli interventi sulle donne del Meridione dipende anche parte del futuro dell’UE. In questa direzione il mio diventa anche un appello al voto verso le candidate alle elezioni europee poiché le donne che scelgono di essere indipendenti chiedono le condizioni per “poter fare” ma anche per poter accedere ad ambienti troppo spesso ancora esclusivamente riservati agli uomini.
Ecco la necessità di prendere posizione. Ecco la necessità di esprimere un voto capace di legare una condizione territoriale come quella delle donne meridionali alla condizione complessiva delle donne europee.
*Candidata per STATI UNITI D’EUROPA nella Circoscrizione MERIDIONALE