Fondazione Marisa Bellisario

LA LEGGE DI BILANCIO 2024 E IL FONDO PER IL CONTRASTO DEI DISTURBI ALIMENTARI

di Sofia D’Alessandro*

La legge di bilancio, approvata dal Consiglio dei ministri il 16 ottobre 2023 e avvallata definitivamente dalla Camera dei deputati il 29 dicembre 2023, è un disegno di legge suddiviso in due sezioni: la prima riguarda l’adeguamento degli effetti finanziari riferiti agli obiettivi programmatici di finanza pubblica contenuti nella Nota di aggiornamento al DEF e la seconda evidenzia gli esiti prodotti dalle disposizioni declinate nella prima sezione includendo i rifinanziamenti, i definanziamenti e le riprogrammazioni di entrate e di spese.

Le principali misure sono riferite al taglio del cuneo fiscale, alla riforma delle aliquote Irpef, alla sanità, alle famiglie e al bonus natalità, al lavoro, alle imprese, alle pensioni, all’istruzione e alla cultura.

La nuova manovra di finanza pubblica riguarda il triennio 2024-26 e sovrascrive il disegno precedente riferito agli anni 2021-23. Il piano, entrato in vigore a gennaio 2024, si è reso protagonista di accese polemiche seguite ai tagli sullo stanziamento al Fondo per il contrasto ai disturbi alimentari per un totale di 25 milioni di euro assegnati dalla precedente Legge di Bilancio (15mln sul 2022 e 10mln sul 2023). In conseguenza di numerosi reclami rivenienti da quaranta associazioni nazionali presidiate dai familiari dei pazienti affetti da DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare) tra cui anche l’annuncio di manifestazioni in diverse piazze italiane, il Ministero della salute ha annunciato il rifinanziamento attraverso un emendamento al decreto Milleproroghe. L’emendamento coinvolge anche l’aggiornamento dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza, definiti come “le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione, con le risorse pubbliche raccolte attraverso la fiscalità generale”) ai fini di garantire le prestazioni ambulatoriali in esenzione. Il Fondo era stato originariamente istituito in via straordinaria con la legge di bilancio del 30 dicembre 2021 per far fronte ad una esigenza acuita nel periodo pandemico. Nel 2020, secondo i dati dell’Istituto superiore di Sanità, i disturbi DCA hanno evidenziato dei numeri impressionanti: oltre 2 milioni le persone coinvolte di cui il 30% di età anagrafica inferiore ai 14 anni e il 64% di sesso femminile. Il fenomeno è molto più diffuso rispetto a quanto si possa immaginare, e per di più in continua crescita. Il Governo si è già occupato in passato di tali temi. Importante è stato il suo contributo con l’introduzione dell’articolo 580-bis del Codice penale, concernente il reato di istigazione al ricorso a pratiche alimentari idonee a provocare l’anoressia o la bulimia, nonché alle disposizioni in materia di prevenzione e di cura di tali patologie e degli altri disturbi del comportamento alimentare. In un comunicato alla Presidenza del 28 marzo 2018 viene analizzato il fenomeno: “Il testo, rivisto rispetto a quello proposto in precedenza, si pone lo scopo di porre l’attenzione sull’anoressia, la bulimia e le altre patologie inerenti i gravi disturbi del comportamento alimentare, tra cui l’ortoressia e la vigoressia, attraverso il loro riconoscimento quali malattie sociali e si pone altresì l’obiettivo di combattere qualsiasi forma di istigazione a comportamenti anoressici o bulimici, sempre più diffusa nel nostro Paese. Il fenomeno in questione è piuttosto grave e colpisce in modo subdolo e drammatico migliaia di giovanissimi, per lo più ragazze, fin dall’età puberale e mostra una continua evoluzione nelle modalità e nella tipologia di diffusione. L’anoressia nervosa viene diagnosticata, nella maggior parte dei casi, a pazienti di sesso femminile. Si manifesta in genere nella fascia di età compresa tra i dodici e i venticinque anni, con due picchi di maggiore frequenza tra i quattordici e i diciotto anniÈ quindi indispensabile intervenire, come recita la nostra Costituzione, che, all’articolo 32, prevede che la Repubblica tuteli la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”.

Nel dettaglio, il provvedimento si compone di sei articoli, tra cui l’articolo 8 che reca una norma di copertura finanziaria. È quindi importante continuare con l’individuazione delle malattie sociali, come quelle correlate ai disturbi gravi del comportamento alimentare, istituendo un piano di interventi ad opera dello Stato attraverso supporti pubblici come il Servizio sanitario nazionale e l’istituzione di opportuni Fondi di finanziamento. Ringraziamo il Ministero della salute per aver accolto l’appello dei pazienti e dei familiari!

*Head of Index & Market Data, Intesa Sanpaolo

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