di Margherita Boniver*
Trentacinque anni di attività della Fondazione Bellisario fondata da Lella Golfo stanno dando risultati importanti sul fronte della promozione dei talenti delle donne.
Ricordo ad esempio negli anni 90 l’impegno di Lella che non solo raccoglieva curriculum di fior di professioniste, ma li portava personalmente a Palazzo Chigi (la digitalizzazione ancora agli albori) quando si apriva la stagione delle nomine nelle partecipate. Chissà perché quelle liste non prevedevano proprio la presenza del nostro genere. Marisa Bellisario indicata dal PSI era rimasta in splendida solitudine.
Vennero poi organizzati eventi considerati all’avanguardia “Donne, Economia e Potere” che funzionavano come trampolini di lancio delle tante eccellenze femminili. Non meno innovativo, anche se contrastata da molti, anche donne di prestigio, la legge che stabiliva le quote di genere nelle società pubbliche, prima firmataria Lella Golfo, che ha dato risultati spettacolari, addirittura antesignana in Europa.
Oggi osserviamo un panorama radicalmente mutato. Non parliamo di quote, ma se l’Italia oggi é unica tra le democrazie ad avere a capo del governo e del più importante partito di opposizione due giovani donne assai risolute, lo si deve senz’altro anche al lavoro appassionato, competente ed equilibrato svolto con coraggio e determinazione da Lella e tutte le socie della Fondazione Bellisario.
L’empowerment delle donne non solo ha fatto passi da gigante ma ha infranto molti di quei tetti di cristallo che escludevano a priori la promozione del talento e del merito femminile.
*già Ministra
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