Fondazione Marisa Bellisario

IN HOUSE & WOMAN

di Wanya Carraro*

La nostra professione, quella del giurista d’impresa, che dovrebbe essere un’oasi privilegiata per le donne perché la formazione umanistica di certo vede la presenza femminile ben rappresentata, registra ancora oggi una presenza timida di leadership al femminile, malgrado la spinta data dieci anni fa dalla Legge Golfo-Mosca. D’altronde la storia della professione legale in Italia è stata sempre caratterizzata da una impostazione di chiusura, mentre solo ambienti dove si coltiva il confronto tra componenti diverse favorisce la competitività.

Dall’analisi dei dati degli ultimi 10 anni dell’Associazione che rappresenta in Italia i Giuristi d’Impresa (AIGI), seppur parziali in quanto non fotografano tutte le giuriste d’impresa in attività ma solamente quelle iscritte all’associazione, emerge come anche nel mondo legale delle aziende italiane – largamente dominato da executives uomini – non si è ancora compreso a fondo l’importanza e il valore aggiunto che può portare la diversità di genere.

Da una sostanziale uguaglianza all’ingresso dei soci AIGI che vede un 49% di socie nel 2022 (a fronte del 41% registrato nel 2012) e, di queste, il 51% abilitate alla professione forense (47% nel 2021), la percentuale di donne In-house che ricoprono una posizione di leadership in azienda è decisamente inferiore (31%), sebbene superiore alle medie degli altri settori e in ascesa rispetto a dieci anni fa in cui il dato si fermava al 23%.

I numeri AIGI ci dicono che nella nostra professione il cambiamento culturale iniziato anni fa è in accelerazione rispetto alla media del mercato del lavoro. Tuttavia, il gender Gap nel mondo In-house è ancora ben lontano, come conferma la fotografia dei soci AIGI pocanzi illustrata e come conferma la stessa associazione che dalla sua fondazione nel 1976 ad oggi ha visto una sola donna Presidente sugli otto che si sono susseguiti.

Probabilmente le aziende non sono ancora pronte a riconoscere la diversità di genere come un valore per il business, sebbene la riconoscano come aspetto etico della pari opportunità. Solo le aziende aperte al cambiamento che credono che i team misti apportino maggiore creatività e innovazione con benefici per l’azienda stessa, sono in grado di riconoscere il valore dei talenti femminili come elemento che favorisce il business e aiuta la capacità economica dell’azienda. È necessario raggiungere la consapevolezza che la diversità di genere deve essere un riconoscimento meritocratico.

Per molti anni non ho mai riflettuto sulla diversità di genere e non mi è capitato di pensare a me stessa come ad una giurista donna, né mi sono chiesta se le cose avrebbero seguito un corso diverso se fossi stata un uomo. Ma la realtà è che sono numerosi gli ostacoli che ancora oggi bisogna superare per l’affermazione delle donne giuriste, malgrado i risultati raggiunti in anni di impegno grazie ad iniziative e a normative volte a creare cultura e valorizzazione della diversità e delle politiche di inclusione.

*Vice Presidente Vicario e Responsabile Comunicazione AIGI (Associazione Italiana Giuristi d’Impresa)

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3 commenti su “IN HOUSE & WOMAN”

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