Di Valeria Gangemi*
La gentilezza e il rispetto tra le persone sono i valori sui quali si fondano autentiche relazioni. In un saggio pubblicato negli Stati Uniti nel 2009 dal titolo Elogio della Gentilezza, lo psicanalista Adam Phillips e la storica Barbara Taylor riabilitavano l’importanza di un valore sommesso e discreto, sinonimo di capacità di ascolto, accoglienza, generosità, altruismo. Il punto di partenza degli autori era una domanda: perché oggi la gentilezza è così estranea al senso comune, fino ad essere considerata persino pericolosa?
Proprio la gentilezza con la sua forza nascosta è la qualità che oggi le direzioni HR delle aziende tengono in sempre maggiore considerazione, per il contributo che fornisce al buon clima e alla produttività aziendale. Il potere dei “piccoli gesti” che nella vita quotidiana così come negli ambienti lavorativi “fanno stare bene noi e gli altri”.
Analizziamo i dati: le differenze di genere e le discriminazioni negli ambienti lavorativi costano. Un recente studio dell’EIGE (Europe Institute for Gender Equity) lo stima in 366 miliardi di euro ogni anno, di cui ben 174 miliardi sono il costo in Europa della violenza di genere. Quanto costa il mobbing? 20 miliardi di euro. Parliamo di un fenomeno che, secondo gli ultimi dati diffusi dell’Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro, coinvolgerebbe circa 40 milioni di cittadini europei.
A livello italiano, l’ISPESL (Ente confluito nell’INAIL che monitora il fenomeno dagli anni Ottanta) ritiene che quattro milioni di italiani subiscono, in maniera diretta o indiretta, le conseguenze del mobbing prendendo in considerazione anche le ripercussioni in ambito familiare delle vessazioni e pressioni psicologiche vissute sul luogo di lavoro. L’Istituto calcola che il lavoratore ”mobbizzato” ha un rendimento inferiore del 70% in termini di produttività. Questo si traduce in aumento del suo costo, per il datore di lavoro, pari al 180%.
Nel nostro Paese, i lavoratori vittime del mobbing sono circa un milione e mezzo su 21 milioni di occupati; il fenomeno è più presente al Nord (65%), colpisce maggiormente le donne (52%).
A livello legislativo, in Europa, Francia e Svezia sono gli unici Stati che hanno adottato leggi specifiche per tutelare i lavoratori da questo tipo di comportamenti; la Svezia è il primo Paese ad aver adottato una legge che riconosce il mobbing come malattia professionale.
Il fenomeno sembra essere molto diffuso e, ancora, troppo sommerso a causa di comprensibili reticenze a far diventare pubbliche, in ambiente di lavoro, situazioni di grave disagio psicosociale.
Un ruolo particolare all’interno di questo processo la svolge la formazione, come elemento di prevenzione del fenomeno e strumento che favorisce la mediazione nei conflitti organizzativi anche al fine di promuovere il benessere organizzativo. Le aziende lungimiranti operano in modo etico e trasparente e pongono alla base del loro modello di sviluppo e di creazione di valore sostenibile queste modalità di condotta. Il Codice di condotta guida la formulazione di procedure e policy aziendali in modo da assicurare sempre il rispetto dei diritti umani, la tutela della diversità e dell’inclusione, l’integrità nella gestione del business, la gestione dei conflitti di interesse, il contrasto alla corruzione, la tutela dell’ambiente e la promozione della sostenibilità.
La gentilezza nei contesti lavorativi grazie a modelli organizzativi conseguenti ha quindi un valore ben definito: la chiave di accesso verso un mondo lavorativo sostenibile.
* Direttore Personale SOGGEAL S.p.A.
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