di Paola Tommasi*
Con Giorgia Meloni prima Presidente del Consiglio donna si apre il nuovo corso della politica italiana. Le prime mosse improntate alla cautela e alla responsabilità hanno spazzato via l’allarme, forse eccessivo che ha dominato la campagna elettorale, di ritorno del fascismo, deriva autoritaria, sovranista ed economica. E in effetti la Premier in pectore ha già dato più volte garanzia di europeismo e atlantismo, ribadendo che la collocazione dell’Italia nel contesto internazionale è fuori discussione.
Si aspetta la lista dei ministri. Tecnici o politici? Per rassicurare i mercati e l’Europa Meloni vorrebbe dei tecnici, da individuare anche grazie alla moral suasion del Quirinale, nei posti chiave: Economia, Interni, Esteri e Difesa. Così come vorrebbe lasciare la Presidenza di una delle due Camere del Parlamento all’opposizione. Ma gli alleati, Lega e Forza Italia, pare non siano d’accordo. E Giorgia dovrà ascoltarli per mettere in sicurezza la sua maggioranza. Il rischio, infatti, è che senza politici forti al governo i partiti non riescano a tenere uniti i gruppi parlamentari e che, come avvenuto spesso con il governo Draghi, i provvedimenti approvati, magari all’unanimità, in Consiglio dei ministri trovino poi un percorso accidentato in Parlamento.
Ad oggi, pur senza perdere di vista la propria identità e le battaglie che l’hanno portata a ricevere un consenso così forte, Giorgia Meloni sta dimostrano di voler agire in continuità con l’esecutivo uscente, data la situazione di emergenza in cui versa l’Italia, fra caro bollette e inflazione galoppante, e visto anche il rischio di una escalation della guerra in Ucraina: non sono ammessi passi falsi. Né tantomeno prese di posizione ideologiche. Ma quest’ultima era più una caratteristica del Movimento 5 Stelle che della destra.
Dal punto di vista economico, gli appuntamenti autunnali importanti sono due: la Nota di aggiornamento del Def, vale a dire la pubblicazione dei principali dati che descrivono l’andamento dell’economia italiana, e la Legge di bilancio, che definisce il quadro di interventi da attuare nel triennio successivo e con quali fonti di finanziamento. La prima è stata approvata dal governo Draghi una settimana fa, la seconda è di fatto già scritta in quanto deve contenere i progetti del Pnrr, già votato da governo e Parlamento. Anche i conti pubblici sono quindi in sicurezza, a dispetto di chi prevedeva il disastro economico, tra crollo dei mercati e aumento dello spread, in caso di vittoria di Giorgia Meloni alle elezioni. Così, per adesso, non è stato. Anzi, con una maggioranza forte e coesa in Parlamento probabilmente il governo che verrà potrà finalmente fare le tante riforme che servono all’Italia, sempre rimandate.
*Giornalista
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