di Debora Moretti*
Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Come tutti gli anni, nel corso del mese si susseguiranno dibattiti, eventi e proclami che ci ricorderanno quanto è importante, per la prevenzione del fenomeno, agire a livello culturale, che è poi ciò che fa Fondazione Libellula, l’Impresa Sociale di Zeta Service, nei posti di lavoro, negli ospedali e nel nostro Spazio a Milano.
Quest’anno, però, vorremmo un cambiamento culturale anche nel dibattito attorno al 25 novembre. Un dibattito che includa gli uomini, perché è solo con la loro alleanza che potremo mettere un freno all’impressionante numero di femminicidi, che sono solo la punta di un iceberg fatto di violenza invisibile o invisibilizzata.
Secondo la nostra Survey L.U.I. (Lavoro, Equità, Inclusione), a cui hanno risposto oltre 2.000 uomini a febbraio, il 43% ritiene che la violenza sulle donne sia un fenomeno che non lo riguarda. Una maggiore consapevolezza e sensibilità sul tema si registra negli over 60 e tra chi ha figlie rispetto a chi non è padre o ha figli.
Il 42%, invece, crede che quando si parla di violenza contro le donne spesso si colpevolizzano tutti gli uomini indistintamente. Forse è qui che risiede il grande fraintendimento: non si tratta di prendersi la colpa, ma la responsabilità: quella di fermare le microaggressioni o le discriminazioni di genere a cui assistiamo nel nostro quotidiano, indifferenti.
Ed è dell’indifferenza che si nutre la violenza, e diventa sistemica.
Per questo nessuno si deve sentire escluso: ogni uomo può essere parte della soluzione, nel quotidiano. Degli esempi?
- Impegnandosi a riflettere sui propri stereotipi e a come li esercita, involontariamente, applicando magari un doppio standard per colleghe e colleghi.
- Impegnandosi a far notare ai propri amici quando stanno facendo catcalling e spiegando perché i complimenti non richiesti non sono per forza graditi.
- Impegnandosi a non fare pressioni dettate dal genere sul proprio figlio o la propria figlia.
- Impegnandosi a rivedere obiettivamente se la distribuzione dei lavori domestici è ben bilanciata e distribuita, a seconda del tempo e delle disponibilità di ogni componente della famiglia.
Sono fiduciosa: se è vero che il 43% pensa che la violenza di genere non lo riguardi, so che posso fare affidamento su un 57% di uomini. Alcuni di loro hanno deciso di metterci la faccia per la causa nella campagna di Fondazione Libellula – ve ne accorgerete, perché sono volti piuttosto noti – e confido che saranno d’ispirazione a molti.
Grazie a loro, e grazie alla possibilità di portare l’argomento in contesti nuovi e inusuali, potremo fare quel cambiamento culturale che passa necessariamente per la responsabilizzazione collettiva.
Concludo con una citazione, ovvero proprio il titolo di questa newsletter: “Avanti donne”, chiediamo che gli uomini si prendano quest’impegno.
*Fondatrice e Presidente di Fondazione Libellula
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