Fondazione Marisa Bellisario

IL DOVERE DI EDUCARE E FORMARE I GIOVANI, ANCHE SENTIMENTALMENTE

di Paola Balducci*

Le cronache ci riportano notizie sconfortanti che hanno fortemente scosso l’opinione pubblica, pensiamo ai fatti avvenuti nel Parco Verde di Caivano, ma anche ai numerosi episodi di femminicidio che si consumano ogni giorno.

Di fronte a tali episodi si deve agire con lucidità, ponendo l’attenzione sulle cause culturali che spingono, soprattutto i più giovani, a compiere atti così crudeli, ma anche sulle conseguenze nel lasciare alcune aree delle città e delle regioni abbandonate a sé stesse, al degrado sociale ed etico.

È evidente che l’azione punitiva, calibrata all’età dei minori e al fine rieducativo, è indispensabile, ma non basta.

È essenziale un cambiamento culturale, educativo e sociale che abbia come proprio motore la cultura delle legalità, del lavoro, delle differenze, perché è proprio da qui che nasce il rispetto per il prossimo.

Per raggiungere tali obiettivi, occorre valorizzare il processo educativo, in un’ottica di prevenzione. In tale contesto, famiglia ed istituti scolastici hanno un ruolo fondamentale nell’educazione delle nuove generazioni.

Pertanto, è necessario investire risorse per rendere le scuole eccellenti, ma soprattutto per offrire un sostegno concreto alle famiglie più vulnerabili.

Sarebbe opportuno, e questo è un lavoro che deve essere svolto a livello istituzionale, reintrodurre nelle scuole non soltanto l’educazione civica, ma anche l’educazione sentimentale.

Si devono educare i più giovani, con l’ausilio di esperti, al rispetto del prossimo, ma soprattutto dei soggetti più fragili e all’idea che gli uomini e le donne hanno gli stessi diritti e doveri.

È evidente come l’educazione sentimentale sia fondamentale non solo come strumento di formazione, ma altresì come mezzo di prevenzione.

Inoltre, si potrebbe pensare di introdurre nei percorsi formativi scolastici anche materie giuridiche, prime fra tutte, la conoscenza del diritto penale, seppur in forma semplificata, in modo che i giovani acquisiscano consapevolezza e conoscenza delle conseguenze che possono derivare dalle loro azioni.

E sarebbe ancora più efficace dare a quella formazione un taglio pratico prevedendo e organizzando delle simulazioni di processi penali così che i ragazzi, che sono i veri protagonisti, possano vedere con i loro occhi cosa accade in un’aula di Tribunale.

L’educazione e la formazione culturale dei nostri giovani – classe dirigente del domani – è nostra prerogativa. A noi spetta il passaggio del testimone: non possiamo più rimandare.

*Professoressa di Diritto Luiss Guido Carli

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3 commenti su “IL DOVERE DI EDUCARE E FORMARE I GIOVANI, ANCHE SENTIMENTALMENTE”

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