Fondazione Marisa Bellisario

IA: POTENZIALITÀ ENORMI DA REGOLAMENTARE

di Gioia Vaccari*

 La nascita della Intelligenza Artificiale preceduta da sistemi di calcolo risalenti addirittura ai primi decenni dell’800 è fissata comunemente nell’anno 1956, nel corso del quale, a seguito di un convegno organizzato al Dartmourth College nel New Hampshire due ricercatori introdussero un programma capace di un ragionamento. La ricerca si è andata sempre più raffinando nel tempo sino a giungere ai tempi nostri a sistemi intelligenti già utilizzati per i giochi, per la guida delle auto, per le simulazioni spaziali, per i dispositivi in grado di attivare e controllare riscaldamento, aria condizionata, chiusure di sicurezza e altro.

Il grado di evoluzione della Intelligenza Artificiale (AI) è ben rappresentato dal colloquio pubblicato dal quotidiano Il Foglio del 22 gennaio di questo anno tra Bill Gates e l’Amministratore Delegato della società AI, Sam Altman. Altman sostiene che sono stati fatti alcuni passi rilevanti nell’uso della AI e in particolare di ChatGTP-4 che secondo Altman già nei prossimi cinque anni sarà oggetto di significative implementazioni, visto che a oggi lo stato delle risposte che fornisce questa chat non sono né tutte precise, né sufficienti. Naturalmente l’implementazione passa per la maggiore conoscenza dell’utente, della sua e mail, del suo il suo calendario, di come prenota gli appuntamenti, di quanti viaggi fa in un anno, e dunque per l’utilizzo di dati personali che dovrebbero essere oggetto di tutela della privacy. La tecnologia della AI si spingerà però verso usi geopolitici e sociali con una potenza di calcolo di milioni di dati e ciò richiederebbe, visto l’impatto globale del suo uso, la creazione di un organismo di controllo come l’AIEA per il nucleare e il suo uso pacifico, che fa capo all’ONU. Tale organismo dovrebbe avere anche funzioni regolatorie sia sul copyright della invenzione, sia sulla sua disciplina, che potrebbe prevedere, come per il nucleare, l’intervento di ispettori internazionali

Le potenzialità della AI sono difatti enormi. Dalla gestione dei dispositivi di una abitazione si può passare a quella di una azienda e addirittura alla scoperta di una nuova fisica.

L’Unione Europea ha pubblicato un Regolamento del Parlamento e del Consiglio di cui è stata data notizia il 9 dicembre scorso che contiene le prime linee guida provvisorie per regolare l’uso della AI al fine di garantire la sicurezza e il rispetto dei diritti fondamentali. La normativa si riferisce specificamente ai sistemi di AI ad alto rischio che devono essere soggetti a una governance conforme al diritto europeo, a un controllo sul rispetto dei diritti fondamentali ai divieti di manipolazione comportamentale, del riconoscimento delle emozioni, della categorizzazione biometrica, e, in taluni casi, della polizia predittiva. Tra i diritti fondamentali anche quello della parità uomo-donna. Sono stati valutati nel regolamento anche i modelli base, ammessi previa valutazione della trasparenza, e quelli ad alto impatto che si basano sulla elaborazione di grandi quantità di dati e prestazioni particolari, che possono diffondere rischi sistemici. È stato istituito per la valutazione dei sistemi Ai un apposito ufficio che si avvale di specialistici consulenti ed è istituito anche un forum consultivo. Sono previste sanzioni. Questo regolamento si applica dopo due anni dalla sua entrata in vigore.

Anche l’Italia ha istituito un Comitato di coordinamento per la strategia nazionale sull’uso della Intelligenza Artificiale composto da tredici componenti che dovranno mettere a punto un piano strategico. Nel Comitato siedono tre donne di alta competenza in materia scientifica.

La presenza limitata di donne nel detto Comitato è ben comprensibile, dato che ad alto livello scientifico e di impresa innovativa, quanto meno prevalentemente, si trovano giovani e meno giovani uomini.

Ma anche questo gap nel tempo sicuramente si affievolirà.

Ciò che conta è evitare che con l’uso di tali sistemi informatici innovativi quali la AI le donne in genere siano ulteriormente discriminate nei loro interessi e nella loro attività lavorativa. Al momento, stando a quanto esposto da Sam Altman nel colloquio con Bill Gates, non ci sono conseguenze in tempi brevi, ma l’innovazione corre veloce e non solo si riferisce a CHATGPT ma anche alla creazione di robot, peraltro già utilizzati nelle fabbriche, che potranno sostituire con grandi numeri, il lavoro di livello esecutivo, che in buona parte e svolto da donne giovani e mature. Si amplierà di fatto la discriminazione tra uomo e donna perché le prime a essere sostituite, come abbiamo già visto in passato, sono le donne. E al proposito, occorre che sia precisata la applicazione del principio di non discriminazione con l’introduzione di sistemi di AI, prevedendo che non possano essere maggiormente penalizzate le donne. C’è il Forum aperto presso la UE introdotto dal Regolamento del Parlamento e del Consiglio, ma questo entra in vigore tra due anni e potrebbe essere tardi per richiedere di ottenere in sede comunitaria una specifica protezione del mondo del lavoro femminile.

In Italia invece il piano strategico che proporrà il Comitato di coordinamento di cui sopra potrà indicare le regole di non discriminazione.

*Avvocato

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