di Elena Bonetti*
Per la prima volta il Paese si dota di una Strategia nazionale per la parità di genere, perché per promuovere l’empowerment delle donne serve un approccio strategico e sistemico, con obiettivi chiari, quantificabili e identificabili, con un metodo e una visione.
La sfida che abbiamo davanti a noi è grande: costruire un futuro nel quale i talenti e le competenze di ciascuno siano pienamente valorizzati. Non è soltanto una questione di giustizia ma di sviluppo del Paese, perché sia davvero sostenibile, innovativo e inclusivo, e veda la partecipazione di tutte le forze in campo. È un’opportunità unica che questo tempo ci consegna e che consentirà al Paese tutto intero di crescere. In questo contesto, il ruolo delle donne è forza di straordinaria propulsione: nella partecipazione al lavoro, nella leadership a tutti i livelli istituzionali e di governo, nella progettazione del nostro sviluppo economico e scientifico.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza è l’occasione per dare corpo a molte di queste azioni. E la parità di genere è asse strategico di sviluppo non solo attraverso i progetti specifici che hanno un effetto leva complessivo, ma attraverso le regole dell’utilizzo dei fondi europei: per la prima volta tutti gli appalti devono seguire condizionalità e premialità a favore delle donne. È questo un cambio di paradigma, un modo nuovo di legiferare e utilizzare gli investimenti. É la prima volta per il Paese ed è una rivoluzione. Il Paese è ormai pronto per compiere verso la parità un altro passo giusto e deciso. Conveniente per tutte e tutti.
Investiamo 4,6 miliardi di euro in asili nido e scuole per l’infanzia, introduciamo i Lep per gli asili nido e finanziamo in modo stabile e strutturale le premialità fiscali per le aziende che promuovono strumenti di welfare e ottengono la certificazione per la parità di genere. È una novità importante che abbiamo fortemente voluto nel Pnrr e che indica con chiarezza la strada nel cammino della parità. Oggi assumere una donna costa più che assumere un uomo e questi costi aggiuntivi devono essere rimossi promuovendo carriere femminili e facendo politiche economiche che aiutino le imprese. Ricordo il supporto che abbiamo voluto dare all’imprenditoria femminile con l’investimento di oltre 400 milioni di euro previsti dal Pnrr: favorire il talento e la creatività delle donne e aumentarne la presenza nell’impresa e nell’economia è azione strategica. In questo ambito tanti passi sono stati fatti, a partire dalla legge Golfo-Mosca. Dobbiamo andare avanti su questa strada.
Voglio qui rimarcare che le donne possono e devono essere a pieno titolo cittadine protagoniste della fase di progettazione e di scrittura degli algoritmi del futuro, così come dell’interpretazione del tempo che da questo percorso di transizione verrà generato. È un cambiamento culturale necessario e urgente, è uno degli obiettivi prioritari che le Istituzioni e la politica in particolare hanno il compito di attivare. In gioco c’è lo sviluppo del Paese tutto intero. È il motivo per il quale abbiamo voluto dare, nella Strategia per la parità di genere e nel Pnrr, un impulso forte alla formazione in ambito scientifico, nelle cosiddette materie Stem, a partire dai primissimi anni di vita delle bambine. La scienza deve iniziare ad avere il linguaggio del femminile: per farlo bisogna che le donne la abitino da subito e pienamente con la loro esperienza e il loro sguardo.
In questo percorso di empowerment c’è poi tutta la grande riforma del Family Act, il cui primo pilastro che abbiamo approvato, l’assegno unico e universale per i figli, restituisce prospettiva alle donne e agli uomini del nostro Paese. Con la sua visione integrata la riforma ribalta completamente le politiche familiari, investendo in educazione, nell’armonizzazione vita-lavoro, nell’autonomia dei giovani e promuovendo la partecipazione delle donne nel mondo del lavoro, con strumenti di fiscalità, decontribuzione per le assunzioni e le sostituzioni di maternità.
È un passo in avanti decisivo da fare insieme per creare le necessarie premesse di sviluppo per le nuove generazioni e così rispondere della scelta fondamentale che abbiamo insita nella nostra democrazia: cooperare tutti alla continua costruzione del processo democratico vuol dire non smettere mai – non smettere oggi! – di realizzare pari opportunità per tutte e per tutti.
*Ministra per le Pari opportunità e la Famiglia
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