Fondazione Marisa Bellisario

DONNE IN STEM

di Paola F Scarpa*

La Ministra Bonetti ha commentato recentemente l’importanza di dare un forte impulso alla formazione in ambito scientifico per le donne.

Stiamo perdendo ogni giorno ragazze che potrebbero avere un futuro nel mondo della Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica (da cui l’acronimo STEM).

Si parla di “leaky pipeline”, ovvero di un tubo che perde acqua in diversi punti del suo percorso: mancano donne che scelgono studi scientifici, mancano donne in aziende tecnologiche e mancano donne in ruoli di top leadership.

Stiamo entrando in una nuova era economica dove tutti i lavori avranno una componente STEM, perche’ il digitale, l’IoT, il machine learning e il mondo dei Big Data sono oramai parte integrante della nostra società e delle aziende. Potremmo dire che tutti i lavori saranno STEM e tutte le aziende, non solo le Big Tech, avranno bisogno di competenze STEM per avere successo. Mancano però persone skillate per farlo. Rinunciare al 50% della popolazione potenziale perché’ femminile è una scelta quindi non percorribile per il futuro economico della società. L’Istituto Europeo per l’uguaglianza di genere ha stimato che un miglioramento verso la parità di genere porterà nel 2050 un aumento del GDP Europeo pro capite dal 6.1 al 9.6%.

La mancanza di donne STEM è attribuibile almeno a quattro fattori:

 

  1. Contesto: diversi studi indicano la fascia di età 9-12 anni come il momento in cui le giovani donne decidono il loro futuro. In questa fase la scuola e le famiglie giocano un ruolo chiave;
  2. Società: cultura dominante ancora maschile, stereotipi difficili da eliminare;
  3. Cultura aziendale: mancanza di un piano di azione misurabile volto a ridurre il gender gap;
  4. Barriere Individuali della donna stessa: mancata identificazione con il ruolo, scarsa confidenza nelle proprie capacità.

È evidente che la soluzione alla “leaky pipeline” non è unica, ma passa per uno sforzo congiunto che unisce famiglie, pubblico, privato e le donne come singoli individui.

A partire dalla scuola elementare proseguendo sino al liceo è importante creare contatti con role models, che siano raccontate nei libri di scuola, dagli insegnanti, invitando nelle scuole donne già attive in ambito STEM, così da abbattere i primi stereotipi.

La famiglia gioca un ruolo fondamentale. Entrambi i generi dovrebbero poter crescere sapendo che avranno le stesse opportunità a prescindere dal sesso di appartenenza, senza nessuna preclusione. Eppure, la tentazione di regalare la bambola alla figlia ed il gioco del piccolo chimico al figlio è ancora forte.

Avere donne formate in ambito STEM non è sufficiente se non si crea un contesto aziendale capace di attrarre, trattenere, e far avanzare donne ad alto potenziale, con un forte impegno del top management.

Alla base di tutto ci siamo noi donne: se non crediamo nel nostro potenziale, se alla prima difficoltà facciamo marcia indietro, difficilmente riusciremo a risolvere il gender gap e rimarremo sempre in attesa che qualcuno risolva il problema per noi.

Che è come aspettare il principe azzurro delle favole…

*Senior Manager Google Italia

 

11 commenti su “DONNE IN STEM”

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