Fondazione Marisa Bellisario

DONNE E TOPONOMASTICA: UN GAP DA COLMARE

Di Cinzia Boschiero*

Il nome delle donne va ricordato nella storia e nella società. Purtroppo, i dati sulla toponomastica italiana, europea e mondiale non confortano: le vie, le piazze, i giardini sono dedicati di più agli uomini.

Se vogliamo vedere alcuni dati italiani, ad esempio, solo a Milano su 4250 strade (censimento 2019), 2538 sono dedicate a uomini e solo 141 a donne. Di recente qualcosa si sta muovendo però anche a Milano, come mostrano i recenti avvenimenti: ad esempio, il 15 luglio 2021 viene intitolata via Federica Galli (via Stella bianca), dedicata all’artista socia fondatrice del “Club delle Soroptimist” nel 1984; il 12 giugno 2021 in zona corso Sempione è stata dedicata una Via alle Calciatrici del 1933, calciatrici che sfidarono il Duce; il 14 giugno sempre a Milano in via Forze Armate 279 un giardino è stato dedicato a Luisa Fantasia, uccisa il 14 giugno 1975, quando aveva poco più di trent’anni e una figlia di appena 18 mesi, da due malavitosi per rivalersi di suo marito brigadiere del nucleo operativo dell’Arma dei Carabinieri sotto copertura e alle prese con i narcotraffici delle ‘ndrine, uno dei gruppi che fa capo alla ‘Ndrangheta calabrese.

Da nord a sud, è necessario sensibilizzare le giunte comunali e le commissioni pari opportunità. Ad esempio, a Cagliari è stato proposto di dedicare le strade nel quartiere “Villaggio dei Pescatori” a quattro donne tra cui Joyce Lussu, Rosa Luxemburg e Piera Mossa.

Molto attiva è l’associazione italiana Toponomastica femminile che, tra l’altro, è stata insignita del Premio della società civile 2019 assegnato dal Comitato economico e sociale europeo (CESE) proprio per il suo impegno costante a favore dell’emancipazione femminile.

Difatti, è molto importante ricordare il contributo femminile nella società, in tutte le professioni, e far sì che non ci siano solo strade dedicate a sante e battersi perché ci sia un riconoscimento pubblico e un ricordo per le donne: è utile per la cultura se si percorrono strade “al femminile”.

Se le vie aumenteranno, alcune scuole potranno organizzare dei percorsi didattici nei loro Comuni per le classi, in cui si possa sostare presso una via o un giardino e ricordare i nomi e le attività svolte dalle donne ricordate nella toponomastica cittadina.

C’è un calendario 2022 trilingue (italiano-francese-inglese), realizzato da 13 illustratrici di sette Stati europei, dedicato a 62 donne europee che si sono distinte in diversi campi dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030. In esso le donne italiane inserite sono quattro: Eva Mameli Calvino, Laura Conti, Maria Montessori e Trotula de Ruggiero.

Nei libri di testo scolastici, nelle enciclopedie, i dati ci dicono che le donne sono poco menzionate, pensiamo ad esempio al contributo della prima  moglie di Einstein. Il numero delle biografie di donne è esiguo, ad esse non viene dato il dovuto rilievo in tutti i campi.

Si può proprio dire che in tutti gli ambiti, ma in particolare nella toponomastica, c’è davvero ancora molta strada da fare.

*Titolare ECPARTNERS

9 commenti su “DONNE E TOPONOMASTICA: UN GAP DA COLMARE”

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