Fondazione Marisa Bellisario

DONNE E RAGAZZE, UNA CANDIDATA A VOSTRA DIFESA

di Anna Cinzia Bonfrisco*

La scorsa Legislatura al Parlamento Europeo donne e ragazze sono state un grande tema di dibattito. Ma, al di là delle altisonanti dichiarazioni, cosa abbiamo ottenuto?

Certo, i principi sono importanti perché determinano il perimetro di azione politica e fissano valori universali. Tuttavia, da quale lato della Storia si colloca l’Europa è sancito dagli obbiettivi raggiunti. E poiché mi sono occupata in prevalenza di temi di politica estera, ingerenza straniera e di difesa, dal mio punto di vista troppo spesso l’Unione Europea ha lasciato sole le nostre sorelle nel Mondo.

Sono tantissimi e inaccettabili i luoghi dove soffrono, vengono discriminate, condannate a morte, violentate e oppresse per il solo fatto di essere donne e ragazze. Tutto ciò ha un impatto rilevante sul futuro del Continente e, già ora, vediamo gli effetti devastanti sulla pelle di molte di coloro vivono nelle nostre città, quartieri, abitazioni.

Inoltre, l’assenza di un’azione globale europea a difesa di donne e ragazze ha lasciato il campo a una intollerabile propaganda e proposta di deperimento delle nostre libertà da parte di Regimi sanguinari. Penso a donne e ragazze in Iran e in Afghanistan.

Sono 234 le donne giustiziate dal Regime di Teheran dal 2007 ad oggi. Sahar è il nome la quinta donna impiccata nel 2024. E questa è solo l’amara punta di un iceberg che le riguarda, poiché come affermato da Amnesty International, è in corso una campagna su vasta scala per applicare le repressive norme sull’obbligo del velo attraverso la “massiccia sorveglianza di donne e ragazze negli spazi pubblici” anche attraverso l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, processi penali farsa sulla moralità e conseguenti torture nelle galere iraniane.

Già, la moralità. Non ne possiede di certo una l’ONU che ha serbato un minuto di silenzio e una cerimonia solenne per la morte di Ebrahim Raisi, denominato il macellaio di Teheran, così da negare alle vittime dei suoi crimini il diritto a ottenere giustizia.

Ebrahim Raisi, presidente di quell’Iran che nel gennaio 2023, su mia proposta, era stato espulso dalla Commissione sulla condizione delle donne delle Nazioni Uniti. Per questo motivo, venivo sanzionata dal Regime, assieme ad altri colleghi. Tuttavia, entrare nella lista nera di un Regime significa entrare nella lista bianca della democrazia.

Anche l’Unione Europea ha delle gravi colpe per la permissività e l’accondiscendenza verso il Regime iraniano: ancora oggi il Corpo delle guardie della rivoluzione islamica non è stato dichiarato organizzazione terroristica.

Il mio impegno è quello di un’Europa che difenda donne e ragazze nel Mondo. Proseguire una battaglia vitale per tutte noi. Così come per le nostre sorelle in Iran, ho agito sull’Afghanistan ottenendo, tramite un’interrogazione, il riconoscimento della legittimità di un’indagine internazionale e l’applicabilità dello Statuto di Roma nei confronti dei Talebani responsabili della più grave “apartheid di genere” della Storia.

A più riprese ho denunciato e chiesto la protezione di donne e ragazze nel Sahel vittime del terrorismo islamico. Ho promosso l’accertamento di crimini di guerra dell’Azerbaijan verso le soldatesse armene e ho definito sin da subito “stupro di guerra” le azioni di Hamas verso donne e ragazze durante l’attacco del 7 ottobre.

L’Unione Europea ha l’obbligo di schierarsi e definire l’Islam politico un’ingerenza nella nostra democrazia e nelle nostre società. L’ intento della propaganda dei Regimi in tutto il Mondo, anche in Europa, è quello di minare la partecipazione di donne e ragazza alla vita pubblica e il loro contributo alla società, poiché ben sono coscienti che sono loro il futuro delle nostre democrazie.

Ciò determina anche la qualità delle azioni politiche europee, come ad esempio il grande fallimento di non aver approvato una nozione universale di stupro valida per tutta l’Europa, per via dell’opposizione di Francia e Germania. Oppure, l’allarme nel nostro Continente ammesso della stessa Commissione Europea, per cui “in ben 17 Paesi europei 190 000 ragazze sono a rischio di mutilazioni genitali” e già 600 000 donne sono costrette a viverne le conseguenze.

Solo noi donne sappiamo che ogni singola vittima di violenza o abuso riguarda tutte. Per questo è importante che veniamo votate alle prossime elezioni europee.

*Europarlamentare, Candidata per la LEGA – SALVINI PREMIER, Circoscrizione CENTRO

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