Fondazione Marisa Bellisario

DONNE DEL TERZO SETTORE CERCASI

di Anna Brondino*

Comincia oggi una piccola rubrica dedicata al Terzo Settore, realtà che, in momenti di criticità, ha spesso lavorato dove lo Stato non è riuscito ad arrivare ed ha “salvato” molte situazioni difficili nel nostro Paese.

Si definisce Istituzione No Profit “una unità giuridico-economica, dotata o meno di personalità giuridica, di natura privata, che produce beni e servizi destinabili o non destinabili alla vendita e che, in base alle leggi vigenti o a proprie norme statutarie, non ha facoltà di distribuire, anche indirettamente, profitti o altri guadagni, diversi dalla remunerazione del lavoro prestato, ai soggetti che l’hanno istituita o ai soci”. Stiamo perciò parlando di unità giuridico-economiche che, in base alla loro forma giuridica o a specifiche normative di riferimento, hanno il divieto di distribuire gli utili: associazioni e comitati, fondazioni, cooperative sociali e società di mutuo soccorso, enti ecclesiastici, imprese sociali e altre unità di natura giuridica privata che non hanno fini di lucro.

In Italia, secondo l’ultimo rilevamento del dicembre 2020, le istituzioni non profit attive sono 363.499 e, complessivamente, impiegano 870.183 dipendenti, quindi un piccolo modo significativo anche dal punto di vista economico.

Le INP presentano una distribuzione territoriale piuttosto concentrata: oltre il 50% è attivo nel Nord, il 22,2% nel Centro, il 18,2% e il 9,4% rispettivamente nel Sud e nelle Isole. In riferimento ai dipendenti la concentrazione territoriale è anche più evidente: per il 57,2% sono impiegati nelle regioni del Nord contro il 20,0% del Mezzogiorno. Il 72,1% delle INP attive nel 2021 si avvale dell’attività gratuita di 4,661 milioni di volontari, un esercito di persone che gratuitamente si impegnano ogni giorno per migliorare il nostro Paese. La forza di questo esercito l’abbiamo abbiamo vista con evidenza  durante la pandemia Covid e continuiamo a vederla tutti i giorni in mille ambiti. Nel 55,8% dei casi le INP che erogano servizi a persone disagiate si occupano di disabilità fisica e/o intellettiva, nel 32,9% di persone in difficoltà economica e/o lavorativa, nel 31,2% di persone con disagio psico-sociale, nel 25,3% di persone vulnerabili. Rilevante è il peso delle istituzioni dedite a categorie disagiate che si occupano di minori (24,4%), di persone affette da patologie psichiatriche (13,2%) e di immigrati e minoranze etniche (12,9).

Come si vede siamo davanti a un universo molto variegato che mi sentirei di collocare in due grandi categorie che purtroppo si muovono spesso come rette parallele che non si incontrano mai.

Ci sono infatti le grandi istituzioni con più di 100 soci, diventate quasi delle vere aziende strutturate ed esistono poi molte piccole associazioni, vere perle, che operano a livello locale, che hanno maturato competenze specifiche e che sono veramente preziose per i territori dove operano. Molte volte queste ultime non sono però sufficientemente strutturate per reggere il carico burocratico che il Codice del Terzo Settore impone loro. D’altra parte gli enti locali non fanno sufficienti sforzi per abbassare gli adempimenti che essi stessi richiedono per concedere qualche contributo, rischiando così di perdere gli aiuti preziosi di associazioni che costano poco e lavorano con grande passione perchè motivate da un ideale.

In questo spazio cercheremo ogni volta di parlare di donne impegnate nel gestire un’associazione, una fondazione significativa per il suo territorio, una cooperativa particolarmente originale nei servizi che offre. Sappiamo che ce ne sono non poche e pensiamo sia importante farle conoscere.

I volontari impegnati nel settore non profit sono infatti per il 57,5% uomini ma il 42,5% donne, è l’incidenza di queste è così distribuita: Religione (con 55 volontarie su 100 volontari), Cooperazione e solidarietà internazionale (53,4% di volontarie), Filantropia e promozione del volontariato (52,7%), Istruzione e ricerca (51%) e Sanità (49,2%).

Lanciamo quindi da queste pagine un appello perché chiunque conosca qualche donna che gestisce una realtà importante in questo campo ce la segnali inviando una mail ad annabrondino@virgilio.it

Sarà nostra cura contattare la persona segnalata e raccontarne la storia.

*Direttrice Consultori familiari socio-educativi

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