Fondazione Marisa Bellisario

C’È IL METAVERSO NEL NOSTRO FUTURO?

di Luigia Tauro*

La parola «Metaverso» è stato uno dei leit motif del 2022: è comparso sulle prime pagine dei giornali, è stata continuamente citata come la nuova tendenza in molti settori economici, dall’intrattenimento al fashion e alcuni spot televisivi ce l’hanno fatta intravedere come una realtà possibile per interagire in modo più efficace a distanza anche nella nostra vita quotidiana, dall’istruzione all’assistenza sanitaria.

Ma cos’è, esattamente? Secondo Matthew Ball – uno dei più autorevoli e influenti esperti in materia – il metaverso è la prossima evoluzione di Internet: un mondo a tre dimensioni, all’interno del quale possiamo incontrarci e interagire con altre persone in esperienze che superano i limiti fisici entro cui siamo abituati a vivere e lavorare.

La società di ricerca e consulenza tecnologica Gartner prevede che, entro il 2026, un quarto della popolazione mondiale trascorrerà almeno un’ora al giorno nel metaverso per lavoro, shopping, istruzione, attività sociali e/o intrattenimento.

Il metaverso è dunque il nostro futuro? Anche se le grandi aziende tech sembrano pensarla così, si è sviluppato un grande dibattito attorno ai temi etici e sociali che la sua introduzione può portare.

Uno è quello dell’inclusione. Oggi sull’effettivo significato del metaverso c’è ancora confusione e scarsa consapevolezza. Inoltre, ne parliamo, ma pochi di noi lo frequentano. Secondo una ricerca dell’Osservatorio Italiano Esports di fine 2022, solo la metà delle persone intervistate, il 42% del campione, dichiara di conoscere il metaverso, in prevalenza uomini nelle fasce di età più giovani (dai 18 ai 35 anni). Solo il 3% di questi dichiara tuttavia di aver avuto esperienze nel metaverso.

Un secondo tema, molto più rilevante, riguarda il timore che un ambiente interattivo così immersivo e coinvolgente faccia aumentare in maniera eccessiva e con scarsa regolamentazione il numero e la significatività dei dati che gli utenti cedono a chi gestisce centralmente i nuovi mondi virtuali, come accade oggi nel web 2.0, nato con i social media.

Sarà interessante osservare come questo trend si contrapporrà con quella che da qualche anno si sta imponendo come l’alternativa decentralizzata del Web 3.0 che, con l’avvento della tecnologia blockchain, promette di “restituire” agli utenti la proprietà e l’utilizzo nella rete dei propri dati.

Per comprenderlo dovremo tuttavia attendere che entrambe le tecnologie maturino ed emergano dalla fase attuale che va poco al di là della sperimentazione.

* Tecnologa, membro del CDA di società quotate, ha fondato e dirige una start up innovativa in ambito eHealth

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11 commenti su “C’È IL METAVERSO NEL NOSTRO FUTURO?”

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