di Francesca Rubulotta*
Dal 23 al 25 giugno Catania ha ospitato la seconda edizione della conferenza mondiale organizzata da iWIN (The International Women in Intensive and Critical Care Network), l’Hub, per la ricerca e innovazione a livello mondiale, fondata per affrontare le questioni dell’uguaglianza di genere. iWIN ha il compito di collegare gruppi internazionali che hanno trovato soluzioni per sfide simili nel campo dell’uguaglianza di genere. Dopo il successo della prima edizione, che a causa della pandemia ha avuto luogo in modalità virtuale ma ha registrato circa 200 partecipanti da 42 paesi diversi, la seconda edizione ha avuto sede a Catania con una modalità ibrida (residenziale e virtuale). iWIN segue degli obiettivi precisi e dei valori racchiusi nell’acronimo IDEAL. I indica “Innovation,” espressione del desiderio di cambiamento e di collaborazione con industrie, start-up di biotecnologia, compagnie di IT che promuovono formazione a livello internazionale e in aree in via di sviluppo; D corrisponde a “Diversity”; la lettera E a “Equality”, non solo in ambito lavorativo ma anche nella ricerca, nella rappresentanza a congressi e nell’assegnazione di premi e borse di studio; A per “Advocacy” indica la necessità di supporto reciproco e a formare una squadra, cosa non sempre facile per le donne; la L per Leadership, che viene intesa come modelli di ispirazione per le nuove generazioni che devono trarre esempio e beneficio da altre donne che hanno raggiunto posizioni apicali e sono presenti in questo network.
Sono direttrice del Dipartimento di Terapia intensiva della McGill University di Montreal in Canada e credo fortemente nel potere del network. Oggi sono più di 10 le società internazionali che supportano iWIN, tra cui la International Pan Arab Society, l’Università McGill, l’Università di Catania, la Fondazione Belisario, la Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Terapia Intensiva chiamata SIAARTI e altre. Ne ho fatte tante di scalate nella mia vita e con la stessa caparbietà con cui mi sono incollata alla mia bici per conquistare l’ultima vetta del vulcano catanese, che mi è valso il titolo d’imperatrice dell’Etna, ho raggiunto alcune tra le vette professionali più ambite nel mondo della sanità. Tra i numerosi incarichi, oggi posso dire, con grande soddisfazione, di aver dato vita a iWIN, la rete di network in grado di favorire una maggiore consapevolezza sulle condizioni delle donne che operano nel campo sanitario, così da diffondere buone pratiche di pari opportunità. Sono stata sportiva sin da bambina e mi sono ispirata al gioco di squadra per realizzare iWIN. Ho pensato di traslare lo stesso affiatamento che conduce una squadra alla vittoria di una partita, nel mondo professionale al femminile. Ho studiato e fatto ricerca in tutto il mondo, incontrando molte altre donne, brillanti, in carriera, che per raggiungere traguardi importanti, coniugando gli impegni professionali con quelli familiari, hanno dovuto faticare tanto. E allora, perché non condividere tutte queste esperienze affinché altre professioniste, della sanità e non solo, possano trarne beneficio? Ora vivo a Montreal ma la sede di iWIN è e resterà a Catania. Le radici non si dimenticano.
*Professor, Chief of the Critical Care Program MUHC and Chair of the Department of Intensive Care Medicine McGill University Montreal, Canada Lecturer in Anesthesia and Intensive Care Medicine Imperial College London, UK