Fondazione Marisa Bellisario

TURISMO E LAVORO GIOVANILE: UNA CRISI CULTURALE O DI SISTEMA?

di Paola Tosi*

Un’amica titolare di un albergo scrive un messaggio sulla chat di gruppo: «Cerco giovani e personale per la stagione estiva, conoscete qualcuno? Mancano cameriere ai piani, cuochi, camerieri». In un’altra, un amico: «Cerco personale di sala e di bar in località turistica».

Risultati preliminari di un’indagine realizzata dal Centro studi di Federalberghi evidenziano che il 99,4% delle imprese intervistate giudica “difficile” o “molto difficile” trovare personale qualificato e individua della discrasia tra le competenze dei candidati e i fabbisogni delle imprese uno dei principali ostacoli all’ingresso nel mondo del lavoro. Per questo, Federalberghi ha firmato un accordo di collaborazione con gli ITS (Istituti Tecnici Superiori) Turismo per mettere in rete la domanda con l’offerta, al fine di preparare figure professionali competenti in grado di rispondere alle richieste del mercato.

Altri aspetti di difficoltà sembrano essere le forme contrattuali e gli stipendi bassi e infine, ma non ultimo, la scarsa disponibilità da parte dei giovani a lavorare durante il fine settimana, momento in cui aumenta la richiesta di personale.

Il settore Turismo offre numerose opportunità di lavoro sia per i lavoratori high-skilled ma mette anche a disposizione diversi posti di lavoro per le persone low-skilled. Un tempo il “cameriere” era il lavoro scelto dagli studenti universitari che aiutavano le famiglie a sostenere il percorso di studi ma anche per quei giovani che, poco attratti dallo studio, sceglievano una professione pratica, esperienziale e comunque dignitosa. Oggi è ancora così? Si tratta di una crisi di sistema o culturale e valoriale?

Qual è il bisogno o le motivazioni che spingono un giovane a cercare un lavoro? Sono i bisogni primari, sociali o i bisogni del sé?

La piramide di Maslow ci aiuta a comprendere quali motivazioni spingono all’azione:

  • I bisogni primari: la retribuzione come necessità primaria per vivere e soddisfare le esigenze base, la sicurezza e l’autonomia economica.
  • I bisogni sociali: il senso di appartenenza che consente di entrare nel contesto lavorativo e sviluppare autostima, autocontrollo e realizzazione oltre alla capacità di portare a termine un incarico mettendo in atto capacità e abilità.
  • I bisogni del sé: che prevedono l’auto-realizzazione e la soddisfazione rispetto al lavoro svolto.

Lo stimolo allazione nasce quando emerge un bisogno, unesigenza base che deve essere soddisfatta e risolta. La famiglia è ancora in grado di far nascere questo bisogno di autonomia economica e di auto-realizzazione oppure attraverso la presa in carico del percorso di studi, in qualche modo ha contribuito a farlo stare “comodamente seduto” in attesa di completarlo?

Quanto viene promossa l’autonomia economica che spinge all’azione se ogni desiderio viene soddisfatto senza “fatica”? Quali i modelli a cui fanno riferimento ed aspirano i nostri giovani?

Un lavoro, qualsiasi esso sia, consente all’individuo di mettere in campo risorse, abilità e capacità,  consente di misurarsi con il successo e con i fallimenti, con il rispondere alle richieste, soprattutto nella fascia di età più giovane. Forma l’essere umano attraverso il fare.

Forse l’obiettivo dovrebbe essere riportare i giovani verso professioni, anche umili ma pur sempre professioni, e preparare uomini e donne in grado di rispondere alle richieste di mercato.

*Associated Certified Coach ICF

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7 commenti su “TURISMO E LAVORO GIOVANILE: UNA CRISI CULTURALE O DI SISTEMA?”

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