Fondazione Marisa Bellisario

25 NOVEMBRE: SIMBOLO DELL’UNITÀ NELLA LOTTA

di Cristina Rossello*

La gravità della situazione in cui riversa l’Italia in tema di violenza sulle donne è ormai lampante. Basti guardare qualche numero delle ultime statistiche: secondo l’ultimo report del Viminale, Donne vittime di violenza dell’8 marzo 2023, negli ultimi tre anni il numero di donne uccise volontariamente è costantemente aumentato. Solo nel 2023 si sono registrati 295 omicidi, con 106 vittime donne, di cui più della metà per mano di un partner o ex partner.

Il 25 novembre è un appuntamento importante proprio perché rappresenta il simbolo dell’unità nella lotta contro questa piaga sociale. Il fatto che abbia un valore simbolico non è secondario, anzi: ci permette di rendere pubblico ciò che spesso, a torto, viene considerato come un fatto privato, da risolvere a porte chiuse. In questo senso si esprime la Convenzione di Istanbul, nel prevedere campagne di sensibilizzazione e la creazione di organizzazioni volte ad aumentare la consapevolezza e a favorire la prevenzione.

La violenza di genere è certamente un fenomeno complesso, che affonda le sue radici in una cultura antica e difficile da estirpare. Per questo è necessaria una strategia globale, una pluralità di interventi dove alle responsabilità delle forze di polizia si affianchi l’impegno della magistratura, il nostro lavoro in quanto istituzioni e il lavoro dei centri antiviolenza, e infine l’impegno delle agenzie educative.

La gravità del fenomeno è attestata anche dal grande lavoro che è stato effettuato alla Camera in questi ultimi mesi, e che sta proseguendo attualmente in Senato. La sua celere approvazione all’unanimità, caratteristiche altrimenti sconosciute all’azione delle Camere, ci ricorda come un tema di tale portata non abbia e non debba avere colore politico.

Ma per quanto incisivo, il lavoro del Parlamento non potrà mai essere sufficiente, perché interviene a conti fatti. Il limite dell’azione parlamentare lo conosciamo bene: in una rincorsa ad affrontare i numerosi problemi della nostra società, interventi tardivi rischiano di lasciare indietro chi ne ha più bisogno.

L’emergenza è evidente. Le nostre donne continuano a morire per mano della gelosia e del possesso. È fondamentale intervenire sugli strumenti della giustizia e della prevenzione, rafforzando i servizi di segnalazione e di assistenza per permettere a ognuna di sentirsi libera di denunciare e di essere creduta. In questo senso, emerge l’esigenza di stanziare dei fondi per proteggere le donne minacciate e i loro bambini, e di creare una rete di supporto a cui rivolgersi, tra centri antiviolenza e ospedali.

La prevenzione, però, deve partire dalla radice. Il nostro obiettivo in quanto istituzioni deve essere comprendere le ragioni profonde delle continue violenze ai danni delle donne, per poter individuare al meglio come intervenire. E la risposta la si può trovare facendo leva sulle due agenzie educative della nostra società: la scuola e la famiglia. L’azione governativa si sta già muovendo sulla scia di questa consapevolezza: numerose, infatti, le proposte sul punto, ma per quanto eterogenee si trovano tutte d’accordo nell’affermare che il tassello fondamentale è proprio l’educazione.

L’educazione all’amore, al rispetto, all’uguaglianza. Finché questi non diventeranno concetti scontati, la violenza sulle donne continuerà a perpetrarsi e noi, come società, avremo fallito. È nostro dovere far sì che le nuove generazioni siano messe nelle condizioni di recidere in modo netto il problema, incoraggiando il superamento degli stereotipi di genere e la considerazione di ciò che ci distingue in quanto donne come una forza, e non una debolezza.

Ci stringiamo intorno ai cari di Giulia Cecchettin, ventiduenne uccisa dall’ex fidanzato; di Rita Talamelli, 107esima donna morta per mano del marito; e di tutte le ragazze e le donne vittime di femminicidio. Per tutte le donne vittime di violenza fisica, economica, mentale faccio un appello anche per voi: non siamo sole.

*Deputata della Repubblica

Iscriviti alla Newsletter

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Scroll to Top