Fondazione Marisa Bellisario

LA CERTIFICAZIONE DI PARITÀ DI GENERE

di Claudia Cattani*

La certificazione di parità di genere è uno strumento di recente introduzione volto a incentivare le aziende a porre in essere un cambiamento culturale in tema di inclusione e parità di genere che esplicherà i suoi effetti nelle strategia aziendale, nella governance, nei processi che interessano le risorse umane, nelle politiche di remunerazione, nella tutela della maternità e nella conciliazione vita-lavoro.

È stata introdotta dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e istituita con legge n. 162 del 5 novembre 2021 di modifica del D. Lgs 11 aprile 2005 n. 198 (c.d. Codice delle Pari Opportunità) e potrà essere rilasciata a tutte le aziende/organizzazioni che dimostreranno l’effettività e l’efficacia delle proprie politiche in tema di parità di genere .

L’approvazione della prassi UNI/PdR 125:2022 (pubblicata il 21.3.2022), ha definito l’insieme di target da raggiungere e di politiche la cui implementazione da parte delle aziende sarà necessaria per ottenere la certificazione, il cui ottenimento, oltre a rafforzare l’immagine e reputazione aziendale, consentirà alle organizzazioni di accedere a sgravi fiscali e premialità nella partecipazione a bandi di gara italiani ed europei.
La certificazione è applicabile a qualsiasi tipo di organizzazione del settore privato, pubblico o senza scopo di lucro, indipendentemente dalle dimensioni e dalla natura dell’attività.

Il DPCM del 29 aprile 2022 (pubblicato in Gazzetta ufficiale del 1° luglio 2022) ha fissato i parametri con riferimento ai quali le aziende potranno avere la certificazione in base alla Prassi di riferimento Uni/PdR 125:2022.

Per consentire la misurazione del livello di maturità delle singole organizzazioni, la UNI/PdR 125 individua sei aree di valutazione: cultura e strategia; governance; processi HR; opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda; equità remunerativa per genere; tutela della genitorialità e conciliazione vita/lavoro.

Ogni area è contraddistinta da un peso percentuale che contribuisce alla misurazione del livello attuale dell’organizzazione e rispetto al quale è misurato il miglioramento nel tempo. A ciascun indicatore è associato un punteggio. L’azienda deve raggiungere uno score minimo di sintesi complessivo del 60%, e la verifica si ripeterà con cadenza annuale.

Per ciascuna area di valutazione la prassi UNI identifica specifici KPI (Key Performance Indicator – indicatori chiave di prestazione) con i quali misurare il grado di maturità dell’organizzazione attraverso un monitoraggio annuale e una verifica ogni due anni. Il sistema di misurazione prevede semplificazioni per le micro (fino a 9 dipendenti) e piccole (fino al 49 dipendenti) organizzazioni.

Il rilascio della certificazione sulla parità di genere alle imprese sarà effettuato dagli organismi di valutazione della conformità accreditati in questo ambito ai sensi del regolamento (CE) n. 765/2008.

Le organizzazioni che intendano conseguire la Certificazione della parità di genere dovranno dotarsi di un documento formale per l’adozione di politiche per la parità di genere e nominare una figura Responsabile in possesso di competenze organizzative e di genere. Dovranno inoltre prevedere:

  • un Piano Strategico, nel quale sono definiti gli obiettivi da perseguire, le azioni, le risorse, le responsabilità, i metodi e la frequenza del monitoraggio;
  • l’effettuazione del monitoraggio delle azioni previste nel piano strategico
  • la valutazione delle politiche per la parità di genere da parte di organismi di Certificazione appositamente accreditati.

Auspichiamo che questa normativa contribuisca in modo significativo alla diffusione della cultura della parità di genere nelle aziende e nella intera società civile.

*Consigliera ODCEC di Roma e Presidente del Comitato Pari Opportunità

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7 commenti su “LA CERTIFICAZIONE DI PARITÀ DI GENERE”

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