di Filippo Tommasoli*
Un’avvocata fotografata nel suo studio, una dentista in ambulatorio, una light designer di fronte al palco del teatro in cui sta lavorando. Tutte e tre in primo piano, sicure delle loro competenze e conoscenze, padrone del loro mestiere e della loro professionalità. Eppure, tutte e tre leggermente fuori fuoco: non abbastanza da renderle irriconoscibili, ma a sufficienza per fare in modo che l’attenzione si concentri sugli uomini che stanno alle loro spalle. Per ogni fotografia, oltre al nome e al ruolo, sono indicati dei dati:
Margherita, lawyer. 47% of lawyers in Italy are women. Their salary is less than half that of their male colleagues
Chiara, dentist. 67% of health workers in Italy are women. Their salary is up to 25% lower than that of men”;
Sharon, light designer. Among theater workers, women account for only 32.4% in Italy, despite the fact that female audiences are higher than male audiences.
La sfocatura indica lo sguardo di un uomo qualsiasi, un uomo che molto spesso non riesce a considerare credibile fino in fondo una donna che ricopre un ruolo lavorativo, soprattutto se quel ruolo fa tradizionalmente parte dei “lavori da uomini”. Non riesce (o non vuole) metterla a fuoco come professionista alla pari dei suoi colleghi. Ma la sfocatura è anche metafora dell’approccio della politica e della società alla questione del gender gap: un approccio che troppo spesso non riesce a mettere a fuoco con chiarezza i punti nodali e strutturali del problema, e che di conseguenza si rivela insufficiente nell’azione per trovare una soluzione soddisfacente.
Ho iniziato questo progetto fotografico nel 2022, spinto dalle esperienze lavorative della mia compagna e delle mie amiche, esperienze così diverse ed enormemente più difficili delle mie, uomo che vive e lavora in una società strutturalmente patriarcale. È un progetto in fieri, che però ha avuto già l’opportunità di essere esposto in un contesto prestigioso come l’Istituto Italiano di Cultura di New York, all’interno della mostra “A Century of women. Tommasoli’s photographs 1906-2023”. Proprio durante le varie visite guidate che ho tenuto nelle prime settimane di apertura della mostra, ho notato atteggiamenti diversi nei confronti di queste tre fotografie. Quasi la totalità degli uomini ci passava davanti senza prestargli attenzione, senza chiedersi il perché di una scelta estetica e concettuale di questo tipo. Tutte le donne che hanno visitato la mostra, invece, si soffermavano di fronte alla parete, osservando le fotografie, chiedendomi spiegazioni, chiarimenti, interessandosi alle motivazioni che mi hanno spinto a iniziare questo progetto. Questa differenza di atteggiamento è stata la conferma concreta, per me, di essere nella direzione giusta dal punto di vista artistico. Allo stesso tempo, però, è stata anche la conferma che, dal punto di vista sociale e culturale, siamo purtroppo ancora distanti dalla strada che potrebbe portarci, finalmente, a un’equità vera e profonda.
*Fotografo