Fondazione Marisa Bellisario

RIGENERARE LE RELAZIONI IN TEMPI DI DEMOCRAZIA IMMEDIATA

di Elena Salzano*

Qualche settimana fa, in occasione dell’Assemblea della Ferpi, Federazione delle Relazioni Pubbliche, ho avuto l’opportunità di assistere a un interessante dibattito fra il sociologo Ilvo Diamanti e il giornalista Dario Di Vico, sull’importanza dei corpi intermedi come i relatori pubblici, e su quanto, oggi, sia ancora più significativo il loro ruolo nella necessità di andare a personalizzare la relazione, laddove è tutto disintermediato.

E mi sono domandata: è giusto che quando si assiste a una continua disintermediazione, salti anche la gestione dei processi e dei flussi di comunicazione?

A mio avviso quanto più disintermediata è la democrazia, tanto più è importante il ruolo della comunicazione, meglio ancora del design della comunicazione. Diventa, infatti, fondamentale, il percorso attraverso il quale riuscire a raccogliere, costruire e restituire alla comunità, il frutto delle relazioni che vengono generate soprattutto nel digitale. Quindi, proprio dove esistono dinamiche informali, dallo stile e dal taglio semplificato, senza troppe sovrastrutture, diventa strategica la costruzione di un sistema con cui elaborare e rendere disponibili tali contenuti. Il rapporto fra forma e sostanza non può essere asimmetrico nella sua dinamica, ma deve far camminare insieme i due elementi per rafforzarne il valore di ciascuno.

Assume un ruolo fondamentale la progettazione dell’infrastruttura relazionale, una sorta di grande raccordo di autostrade che veicolano la mobilità della comunicazione in un senso e nell’altro.

E nel design delle relazioni, come layout costruttivo, vi è, secondo me, la chiave di svolta. Così come nella fase di ascolto, il suo valore aggiunto.

È fondamentale che il processo e il percorso messi in piedi, garantiscano il passaggio di informazioni corretto, che la comunicazione sia autentica e la sua efficacia riconoscibile, per rilevare i desiderata degli interlocutori, dei nostri pubblici, appunto, e restituire feedback corrispondenti e puntuali.

Il risultato non è la nascita “spontanea”, quasi casuale di cose dette, ma la costruzione meditata di contenuti, generati sapientemente e consapevolmente per aiutare a far evolvere le relazioni, arricchendole, e a definirne una dimensione di condivisione anche partendo da un semplice scambio, che comunque aiuta a far crescere quella comunità.

Significa puntare l’attenzione sulla qualità delle relazioni e non sulla quantità, con sensibile rispetto del modo in cui ci informiamo e comunichiamo. E laddove le relazioni sono effettivamente connesse a contenuti di qualità, si passa da una comunità virtuale, in cui vi è quotidiana intimità digitale, a una comunità reale, in cui a dominare è la fiducia, che supera, per peso specifico, la stessa democrazia immediata.

La forma deve camminare a braccetto con il contenuto e il contenuto con la forma, per consentire di individuare le soluzioni funzionali che mettono insieme strategia, creatività, generazione di idee e pubblici, e valutare e perfezionare le stesse soluzioni progettuali, con fare costruttivo ed evidente.

Solo in questo modo saremo in grado di generare valore e dare una nuova vita alle relazioni, potenziandole sia nel virtuale che, soprattutto, nella loro dimensione reale.

* *CEO Incoerenze, esperta in Comunicazione Integrata e Digital Strategy

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7 commenti su “RIGENERARE LE RELAZIONI IN TEMPI DI DEMOCRAZIA IMMEDIATA”

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