di Mariacristina Gribaudi*
La cultura, secondo il mio punto di vista, rappresenta un asset strategico per ogni impresa chiamata ad affrontare le grandi sfide rappresentate dalla nuova rivoluzione industriale. In questi anni, nel mio ruolo di amministratrice di Keyline, impresa famigliare (appartenente da oltre 250 anni alla famiglia di mio marito Massimo Bianchi) che è sopravvissuta a due guerre mondiali, alle grandi crisi finanziarie e alle trasformazioni industriali del passato, ho aperto le porte della fabbrica al territorio, alla scuola e università, all’arte. E ho imparato che dalla contaminazione con la cultura, qualsiasi sia la sua forma, l’impresa tra linfa, energia, idee, visioni. Un bagaglio di conoscenze, arricchite dalla mia pluriennale esperienza maturata come presidente della Fondazione Musei civici di Venezia, che sto cercando di mettere frutto nell’ambito del Comitato di gestione del Premio Campiello, che ho l’onore di presiedere. Esso si occupa di ideare e organizzare tutte le attività di uno dei principali premi letterari del nostro Paese, fondato 61 anni fa dagli industriali del Veneto con l’obiettivo di valorizzare ancora di più il rapporto tra impresa e cultura.
Nel corso degli anni, il Campiello si è arricchito di una serie di iniziative e prestigiose collaborazioni che ci ricordano come la cultura sia un tassello fondamentale della nostra vita, nonché della crescita personale di tutti.
L’anno scorso abbiamo inaugurato “Il Campiello in fabbrica”, un progetto di cui vado molto orgogliosa che mira a sottolineare la matrice imprenditoriale del Premio portandolo dentro le fabbriche, luoghi simbolo per eccellenza della sintesi tra Impresa e Cultura.
Presupposto fondamentale è che non possa esistere una fabbrica senza cultura e che la cultura debba molto alla fabbrica, in un rapporto di mutuo scambio. Entrambe sono uno strumento fondamentale di trasmissione dei valori del nostro Paese. Un esempio tangibile di questo rapporto, sono i numerosi Musei d’Impresa, tra i quali anche quello allestito nella nostra fabbrica di Conegliano (Il Museo della chiave Bianchi 1770), soggetti della cultura d’impresa, nati per incidere sui processi di formazione, salvaguardare la memoria dell’industria italiana e valorizzare le testimonianze d’una straordinaria capacità manifatturiera che è motore di sviluppo sostenibile e cardine d’una diffusa cultura economica, sociale e civile.
Tornando al progetto “Il Campiello in Fabbrica”, esso è partito lo scorso anno dal Veneto ma ha l’obiettivo di espandersi in tutto il territorio nazionale, coinvolgendo scrittori e finalisti delle scorse edizioni ma anche attori, registi, sceneggiatori e rappresentanti del panorama culturale italiano con l’obiettivo di raccontare la Cultura d’Impresa, dimostrando quanto sia priva di fondamento quella dicotomia che tende a contrapporre la concretezza dell’imprenditore alla creatività dell’artista evidenziando invece quanto siano strettamente legate e complementari.
Un racconto che abbiamo sempre rivolto anche ai giovani, impegnandoci con il Campiello Giovani, il nostro premio per giovani scrittori, con il quale quest’anno abbiamo rinnovato e attivato molte iniziative in collaborazione con importanti realtà culturali.
Attività che contribuiscono a rendere il nostro Premio un vero e proprio laboratorio culturale che coinvolge diverse discipline, tematiche, territori, persone… con l’obiettivo di lavorare a un progetto che sia sempre più inclusivo.
Il tema dell’inclusione, e quello della sostenibilità intesa in senso più ampio, sono alla base del nostro lavoro che, insieme ai valori di eticità, trasparenza ed integrità che da sempre ci contraddistinguono, ci stanno portando a impegnarci nella realizzazione del nostro primo Report di Sostenibilità. Un modo, questo, per raccontarci, fissare nuovi obiettivi, misurare il nostro impatto, valorizzare il nostro impegno su tutte le tematiche ESG.
Un nuovo tassello per il Campiello che, sempre di più, rappresenta un bellissimo incontro tra impresa e cultura, tra vecchie e nuove generazioni, tra i nostri valori fondamentali e la creatività.
*Presidente Comitato di Gestione Premio Campiello