Fondazione Marisa Bellisario

LA FIGURA DEL CONSIGLIERE DI FIDUCIA: OPPORTUNITÀ E PREVENZIONE

di Gabriella Chiellino*

Una figura di prevenzione dei conflitti e della violenza di genere, ma anche di supporto trasversale al di là delle molestie morali e del mobbing, rivolta a tutti i lavoratori, uomini compresi.

Del “Consigliere di Fiducia” si è parlato in occasione di un webinar promosso lo scorso 28 maggio dalla delegazione veneziana della Fondazione Marisa Bellisario. Presenti all’incontro anche VERITAS e SAVE, due importanti realtà aziendali veneziane, che hanno portato la loro testimonianza.

«Abbiamo molto a cuore questo tema – ha spiegato Anna Brondino, socia e coordinatrice del tavolo sulla Violenza di Genere – nella consapevolezza che il fenomeno della violenza di genere, anche nei luoghi di lavoro, è ancora molto sommerso. I dati parlano di 9 donne su 100 che hanno subito qualche forma di molestia sul lavoro, il 20% ne parla con qualcuno e solo lo 0,7% lo denuncia».

«Abbiamo voluto introdurre questa figura – ha spiegato Chiara Bellon, socia della Fondazione Marisa Bellisario e Direttore Risorse Umane Veritas – per offrire un supporto in termini di ascolto e conciliazione in ambito di casi riconducibili a mobbing, molestie, discriminazioni, disagio. Una scelta che si è tradotta per l’azienda in una riduzione dei contenziosi ma anche dei costi e che ci ha consentito di ridurre il premio assicurativo INAIL. Un risparmio subito reinvestito in welfare, salute e sicurezza».

«Abbiamo introdotto in Save questa figura nel 2018 – ha aggiunto Alessandra Merolli, Responsabile Organizzazione e Sviluppo e Direzione Risorse Umane SAVE – su volontà dell’AD Monica Scarpa (anche lei associata alla Fondazione Bellisario, ndr). Nel 2019 abbiamo registrato 13 casi di persone seguite dalla consigliera, l’85% dei quali erano uomini».

«Il Consigliere di Fiducia – ha aggiunto Silvia Cavallarin, Consigliera di Fiducia Veritas – istituzionalizza il ruolo del “collega amico”, quello che spesso all’interno delle aziende ascolta e interviene per mediare situazioni di incomprensioni. In Veritas abbiamo riscontrato un’esperienza positiva: i lavoratori si sono sentiti ascoltati, capiti, seguiti, aiutati a trovare una soluzione».

«In Save – ha continuato la Consigliere di Fiducia Francesca Torelli – abbiamo fatto un lavoro di formazione nei confronti dei dirigenti. Denigrazioni, aggressività, battute o allusioni, corteggiamenti insistenti: sono tutti fattori scatenanti stress e malessere nel dipendente. Situazioni che in realtà generano costi nascosti: una parte delle energie sono sottratte al lavoro, diminuisce la produttività, aumenta l’assenteismo, si riduce il benessere aziendale».

«Benessere – aggiunge Silvia Bolla, Presidente Comitato Piccola e Media Industria di Confindustria Venezia, anche lei associata FB – che rappresenta una condizione indispensabile alla buona qualità del lavoro. Il DL81, Testo Unico sulla sicurezza, ha rivoluzionato il concetto di salute nel mondo del lavoro. Salute è diventato “benessere psico-fisico-sociale”. E questo significa che anche se la figura del Consigliere di Fiducia non è obbligatoria, è come se lo fosse di fatto. Per le PMI si potrebbe pensare a una figura unica in condivisione tra più aziende, per condividere i costi, così come si potrebbe ipotizzare per le imprese più piccole che offrono servizi a quelle più grandi di appoggiarsi alla figura presente in quest’ultime».

*Delegata Fondazione Marisa Bellisario Venezia

3 commenti su “LA FIGURA DEL CONSIGLIERE DI FIDUCIA: OPPORTUNITÀ E PREVENZIONE”

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