Coraggio e Futuro sono le parole che ho consegnato alla chiusura della XXI edizione di Donna Economia & Potere. Ricordando una frase di Giovanni Paolo II: «Il futuro inizia oggi, non domani».
E di futuro non abbiamo solo parlato durante questi due giorni pieni di riflessioni ed emozioni. Il futuro lo abbiamo rappresentato, raccontato e assaporato. Il futuro così come immaginiamo e desideriamo è popolato dalle donne e dagli uomini che si sono seduti sul nostro palco per disegnare una società in cui tecnologie e intelligenze riescono a costruire, insieme, una piattaforma di sviluppo sostenibile, paritaria e solidale. Una politica che investe in istruzione e ricerca, che punta sulle persone e sulle reti immateriali prima di tutto. Un’Europa che riesce a dare insieme risorse e stimoli per il cambiamento.
E di cambiamento si è parlato tanto, con intenzione, progettualità, volontà. Lo leggerete nell’inserto Le Protagoniste che sarà in edicola con Il Sole 24 Ore il prossimo 6 dicembre. Quello che hanno detto i nostri ospiti ‒ tanti e tutti di grandissimo spessore ‒ e le Ministre Messa e Bonetti. Così come le idee, il talento e la determinazione delle startupper che si sono alternate sul palco per convincere la giuria che il loro sogno d’impresa vale una scommessa collettiva.
Sul nostro inserto troverete i contenuti, le proposte, i progetti e ragionamenti ma l’atmosfera, l’aria di rinascita che si respirava, l’entusiasmo dei volti, quelle non si possono imprimere sulla carta. Ed è quello che mi porterò a casa da quest’edizione, il ricordo più prezioso. Siamo mancate durante questi mesi difficili, è mancato il nostro sguardo innovatore, la nostra capacità di guardare avanti con concretezza e passione. E a me personalmente è mancato il vociare, le centinaia di scatti, i selfie dall’alto, i sorrisi e la complicità che nessuna riunione online può replicare.
E poi mi porterò a casa la voce commossa di Sakinah Hossieni, le sue e le nostre lacrime durante il racconto di quello che avevamo portato nel suo Paese e che i talebani hanno spazzato via con un colpo di spugna. Ecco, la verità che ci appartiene e che nessuna pandemia riuscirà a strapparci. È la solidarietà di donne, una sorellanza che è molto di più di quello che qualsiasi bel reportage riesce a esprimere a parole. La storia di una rifugiata afghana diventa la nostra storia, la sua commozione, la nostra commozione. E di colpo siamo tutte Sakinah, tutte incrollabili combattenti per la libertà di un popolo piegato ma sempre indomito.
E allora lascio alla carta i dati e le riflessioni colte e qui dico semplicemente GRAZIE. Grazie per aver condiviso un altro pezzo di strada. Grazie per le ore di treno, le attese in aeroporto, i bimbi lasciati a casa, la pausa dal lavoro, le preoccupazioni chiuse in un cassetto. Grazie per esserci con l’entusiasmo di sempre. L’ho detto nel mio discorso: la pandemia è già un tornante della storia. Ma la nostra di storia ricomincia da qui, con il “Gusto del Futuro”.
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