Fondazione Marisa Bellisario

GIOVANI E DONNE. IL BIVIO DELL’OCCUPAZIONE

di Renato Brunetta*

I dati dell’ISTAT certificano un netto calo dei tassi di disoccupazione e inattività, facendo segnare un record storico per l’Italia che non ha mai avuto così tante persone occupate. Certamente, però, c’è ancora molto da fare, innanzitutto per sostenere l’occupazione femminile che deve essere quanto più possibile incentivata e tutelata.

Un tema quest’ultimo sul quale il CNEL ha storicamente posto una grandissima attenzione, offrendo un contributo determinante, in virtù del suo ruolo consultivo, già durante l’iter di approvazione della legge 9 gennaio 1963, n. 7 – Divieto di licenziamento delle lavoratrici per causa di matrimonio e modifiche alla legge 26 agosto 1950, n. 860: “Tutela fisica ed economica delle lavoratrici madri”. Inoltre, nel 1974 è stato proprio il Cnel a evidenziare un nesso tra tassi di attività della popolazione femminile eccessivamente bassi – anche nelle regioni industrializzate – e l’insufficienza di alcuni servizi come asili nido e scuole materne. Un problema attuale ancora oggi e rispetto al quale è indispensabile mantenere alta l’attenzione.

Un’ulteriore necessità è poi quella di ridurre il gap occupazionale che separa l’Italia dai Paesi europei maggiormente virtuosi e che penalizza soprattutto i più giovani. Oggi, grazie alle enormi opportunità offerte dal PNRR, c’è la possibilità di colmare questo divario, di coltivare non già l’utopia di un reddito che prescinde dal lavoro, bensì quella della piena occupazione in una società attiva. Il lavoro, infatti, è il tratto distintivo di una civiltà, è un percorso di crescita umana e di arricchimento personale da cui derivano identità, dignità, rappresentanza sociale e senso di appartenenza alla comunità.

In funzione della crescita e dello sviluppo di qualsiasi società nel lungo periodo, il lavoro costituisce un elemento imprescindibile, rappresenta le fondamenta sulle quali si sostiene la produttività dell’intero sistema-paese che deve, quindi, mirare a raggiungere una piena ed efficiente allocazione dell’occupazione. Un obiettivo che passa necessariamente per l’individuazione e la valorizzazione di capacità e competenze, ma anche attraverso logiche di condivisione e partecipazione dei lavoratori ai destini dell’impresa.

Parallelamente ai provvedimenti del governo – e in attesa che essi determinino i propri effetti nel tempo – è opportuno guardare con particolare interesse alle proposte avanzate in materia di partecipazione dei lavoratori che mirano a dare piena attuazione all’articolo 46 della nostra Costituzione. Si tratta di un tema rilevante sul quali bisogna discutere a livello politico e sociale, e con tutti i corpi intermedi in sede CNEL, che va considerato come un importante primo sasso lanciato nello stagno di un sistema di relazioni industriali che fatica a innovarsi e a percorrere sentieri davvero nuovi.

Partendo sempre dall’obiettivo di un crescente inserimento di giovani e donne nel mondo del lavoro è dunque possibile provare a superare alla radice, in una prospettiva di economia sociale di mercato, quelle spinte conflittuali che ancora oggi incidono sulla qualità e l’efficacia delle nostre relazioni industriali.

Siamo davanti a un bivio: arroccarsi su un modello ormai datato per cristallizzare la situazione attuale, senza peraltro garantire coesione sociale alla luce delle profonde dinamiche di mutamento tecnologico in corso, oppure rimboccarsi le maniche per disegnare l’Italia del futuro, i nuovi mercati del lavoro e le nuove professionalità.

*Presidente CNEL

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3 commenti su “GIOVANI E DONNE. IL BIVIO DELL’OCCUPAZIONE”

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