di Annamaria Terremoto*
Un incontro al Senato della Fondazione Italia Protagonista e della Fondazione Craxi
Ci sono pagine di storia che non si dimenticano, episodi drammatici che hanno profondamente segnato il nostro Paese. A distanza di trent’anni dal lancio delle monetine all’ex leader socialista Bettino Craxi davanti all’Hotel Raphael, l’occasione per riflettere su quella stagione politica e al tempo stesso discutere sull’attualità della figura di Craxi, è l’evento che si è svolto in Senato per iniziativa della Fondazione Italia Protagonista insieme alla Fondazione Craxi.
Tutto ruota intorno all’interrogativo “Craxi: oltre la destra e la sinistra?”. Per Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato, Craxi è stato un grande statista perché la sua azione per molti versi lungimirante si colloca oltre la destra e la sinistra. Quali i punti di condivisione per il senatore di Forza Italia?. «La riscoperta di una tradizione nazionale, il dialogo rispetto ai tempi dell’arco costituzionale, e l’aspirazione della grande riforma presidenziale. Ma Craxi – afferma Gasparri – era l’uomo della riconciliazione che negli incontri istituzionali per la formazione del governo nel 1983 aprì per la prima volta al Msi». Poi ricorda: «Non fu il Msi a lanciare le monetine a Craxi, i missini fecero la catena umana intorno al Parlamento. Al Raphael andarono coloro che manifestavano al comizio di Occhetto».
Ma è la cultura del riformismo craxiano il punto centrale della riflessione, spiega bene Aldo Cazzullo, editorialista del Corriere della Sera, coordinando i lavori e definendo quella di Craxi «una grande tragedia italiana». Esalta il grande socialista riformista Margherita Boniver, Presidente della Fondazione Craxi, che sottolinea: «Bettino Craxi seppe interpretare un ruolo attivo dell’Italia nella scena internazionale”. Dello stesso parere Renato Manzini, Presidente Fondazione Italia Protagonista, che definisce Craxi “ un leader socialista privo di pregiudizi».
«Penso che sia stato un uomo di sinistra, con una visione moderna della politica – afferma Piero Fassino del PD -, fu lui a portare gli ex comunisti nell’Internazionale socialista. Era l’uomo del dialogo, dice Fassino, non c’è dubbio che appartenga alla sinistra plurale».
E allora, qual è l’eredità di Craxi oggi? «È più che mai viva – ribadisce con forza Stefania Craxi, senatrice di Forza Italia – un’eredità che appartiene all’Italia e agli italiani, che va oltre la destra e la sinistra, un patrimonio di idee ed intuizioni con le quali la politica è chiamata a confrontarsi”. E aggiunge: “Craxi esaltò la moda, con lui nasce il made in Italy, mentre la Sinistra di Berlinguer era contro le autostrade e per la tv in bianco e nero. Craxi capì subito che doveva misurarsi con le sfide della modernizzazione”.
Una grande battaglia per la democrazia, l’autonomia della politica e il ruolo dei partiti. Craxi sognava contro tutti gli apparati oscurantisti la grande rivoluzione riformista dell’Italia; un amore per il suo Paese oltre ogni limite che non abbandonò neppure, quando in esilio da Hammamet, già sofferente (ricorda la figlia Stefania), diceva: “voglio essere sepolto qui perché guardando l’orizzonte ho l’illusione di vedere la mia patria”.
*Giornalista