di Enzo De Fusco*
Quando si parla di intelligenza artificiale, è come avere una sorta di déjà-vu rispetto all’avvento del computer. Molti sono i cambiamenti che l’adozione dell’IA sta portando, e questi cambiamenti sono destinati a trasformare profondamente il nostro modo di lavorare e vivere.
Secondo uno studio di McKinsey (5 settembre 2024), l’intelligenza artificiale potrebbe contribuire ad aumentare la produttività delle aziende italiane del 15-20% entro il 2030, ciò si traduce in un valore aggiunto di circa 200 miliardi di euro all’economia nazionale.
Uno studio di McKinsey del 2024 ha decretato che l’IA potrebbe contribuire ad aumentare, fino al 2030, la produttività delle aziende italiane del 15-20%, migliorando le performance lavorative e realizzando un valore aggiunto di circa 200 miliardi di euro all’economia nazionale. Questo incremento della produttività è un segnale positivo per l’economia globale, poiché significa che le aziende possono ottenere di più con meno risorse.
Una recentissima fotografia dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano ha mostrato i primi impatti dell’intelligenza artificiale, analizzando quattro gruppi professionali—white collar, dirigenti, blue collar e liberi professionisti/imprenditori e valutando le ore settimanali di lavoro risparmiate grazie all’uso della GenAI. Lo studio ha evidenziato come dirigenti e impiegati abbiano beneficiato di un risparmio di tempo significativo. Impiegati e dirigenti infatti risparmiare da 1 a 3 ore a settimana. Questo risparmio di tempo si traduce in una maggiore efficienza e in una riduzione dello stress lavorativo, migliorando la qualità della vita dei lavoratori.
Questi dati confermano che l’AI sta già trasformando il mondo del lavoro, con un impatto più significativo per ruoli manageriali e impiegatizi, dove le attività cognitive e la gestione delle informazioni possono essere ottimizzate più facilmente rispetto ai lavori manuali o operativi.
A livello globale, ci sono studi autorevoli che indicano un guadagno di 170 milioni di posti di lavoro a fronte di 92 milioni che se ne perdono, un saldo positivo che dimostra che l’IA non rappresenta una minaccia per l’occupazione, ma piuttosto un’opportunità per creare nuovi ruoli e settori.
Stanno nascendo nuove opportunità di lavoro, l’intelligenza artificiale non produce solo ingegneri ma lascia ampio spazio anche a ruoli esecutivi, basti pensare agli enormi data center che ospitano i server, i sistemi di alimentazione e di raffreddamento e i gruppi di continuità. Edifici di grandi dimensioni che hanno bisogno di una costante manutenzione e che rappresentano opportunità lavorative nuove che prima nemmeno esistevano.
In conclusione, l’avvento dell’intelligenza artificiale rappresenta una grande opportunità per migliorare il nostro mondo. Non dobbiamo temerla, ma piuttosto abbracciarla e sfruttarla per creare un futuro migliore. L’IA può aumentare la produttività, creare nuovi posti di lavoro, migliorare l’efficienza e promuovere la parità di genere. È un potente strumento che, se utilizzato correttamente, può portare benefici significativi a tutti noi.
Uno sguardo positivo sull’innovazione tecnologica arriva anche dalle indicazioni del Santo Padre che, con la sua consueta chiarezza, spiega che una tecnologia è ben utilizzata solo se permette di accrescere e rafforzare l’amore fraterno all’interno di ciascuna comunità.
Relativamente alla certificazione sulla parità di genere, è stato fatto un ottimo lavoro, il risultato atteso per giugno 2026 supera di 6 volte le previsioni. Questo è un grande risultato, ma c’è ancora molto da fare sul totale di tutte le aziende italiane per stimolare ulteriormente le aziende a ottenere la certificazione di genere.
Riuscire a stimolare di più le aziende con certificazione di genere è un obiettivo importante. La certificazione di genere non solo promuove l’uguaglianza, ma può anche migliorare la reputazione aziendale e attrarre talenti.
Infine, il ruolo delle donne nell’era dell’intelligenza artificiale è cruciale. L’IA offre l’opportunità di superare molte delle barriere che le donne affrontano nel mondo del lavoro. Ad esempio, l’IA può aiutare a eliminare i pregiudizi di genere nei processi di selezione del personale, garantendo che le donne abbiano le stesse opportunità degli uomini. Inoltre, l’IA può supportare le donne nel bilanciare le responsabilità lavorative e familiari, offrendo soluzioni flessibili e personalizzate.
*Consulente del lavoro, docente universitario, esperto del Sole24ore e socio fondatore della società di consulenza De Fusco Labour & Legal
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