Ngozi Okonojo-Iweala è prima donna e prima africana a essere nominata alla guida dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto). Nigeriana, 66 anni, economista ex ministra delle Finanze, grandi qualità di negoziatrice, entrerà ufficialmente in carica il prossimo 1 marzo con un mandato la cui scadenza è prevista il 31 agosto 2025.
Sul tavolo del suo ufficio di Ginevra l’aspettano dossier caldissimi: dai deteriorati rapporti commerciali tra Usa e Cina alla sfida dei cieli tra le due sponde dell’Atlantico, con la saga dei dazi legati alla vicenda di Airbus e di Boeing. Ma tra le priorità da affrontare, c’è sicuramente il programma di accesso ai vaccini e la proprietà intellettuale dei brevetti depositati nei laboratori dei Paesi più ricchi, su cui India e Sud Africa hanno chiesto un allentamento. Di certo c’è la grande confusione che regna in alcuni Paesi, Africa in testa, con numeri ufficiali sui decessi poco credibili alla luce di debolissime politiche di tracciamento. Da Ngozi Okonojo-Iweala si attendono risposte e una linea univoca ma la posizione che intende assumere è già stata chiarita dalle sue affermazioni: «Nessuno può dirsi al sicuro finché tutti non saranno al sicuro». Non ci sarà spazio, quindi per scelte unilaterali da parte dei singoli Paesi.
Prima donna Segretario Generale, sono in molti a chiedersi se ce la farà a risollevare le sorti del multilateralismo che è chiamata ad incarnare. Certo è che ce la metterà tutta e forse hanno scelto lei, una donna, ai vertici, proprio perché il compito che l’aspetta è tra i più spinosi dalla nascita del Wto. E non solo.
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