Fondazione Marisa Bellisario

La diplomazia USA è rosa

Susan Rice, 48 anni,  è stata richiamata  da Obama a Washington per assumere la carica di capo del Consiglio per la Sicurezza Nazionale al posto di Tom Dillon dopo 5 mesi di forzato esilio all’ONU in qualità di ambasciatore americano. Allora, il Presidente aveva altri progetti per lei: l’aveva scelta a succedere a Hillary Clinton (era stata in precedenza stretta collaboratrice di Bill Clinton ) ma fu  costretto a rinunciarvi per evitare lo scontro diretto con i repubblicani. La Rice infatti era incappata in Libia nel grave e misterioso incidente conclusosi con l’assassinio dell’ambasciatore Stevens da parte dei terroristi. Del fatto non aveva alcuna colpa ma le furono date informazioni sbagliate sulle circostanze dell’accaduto, tanto da  diventare il simbolo di quella tragedia e la bestia nera per l’opposizione repubblicana. Superato il breve periodo di decantazione, il Presidente il 5 maggio nell’annunciare la nomina della Rice al posto – chiave dell’Amministrazione l’ha presentata  come una patriota appassionata e coraggiosa che sa anche come guidare una squadra. All’Onu la sostituisce  Samantha Power, da ragazza  giornalista di successo (ha vinto un premio Pulitzer) al fianco di Obama fin dalla campagna del 2008 e protagonista di un famoso incidente. Quando Obama sfidava Hillary Clinton per la nomination democratica arrivò a definirla una strega. Sia la Power sia la Rice  sono da sempre molto impegnate  nella battaglia a difesa dei diritti  umani e con Hillary Clinton sono i collaboratori che hanno convinto il Presidente ad intervenire in Libia e dare sostegno ai ribelli per rovesciare Gheddafi. Si tratta di due donne molto forti  e competenti  ma poco diplomatiche,  ed in particolare per quanto riguarda la Rice, alcuni si domandano cosa avverrà  per la politica estera USA  l’arrivo di un personaggio cosi forte visti i rapporti contrastati tra Casa Bianca e Dipartimento di Stato, fino a poco tempo fa tenuti sotto controllo grazie all’autorevolezza di Hillary ma che adesso rischiano di riproporsi  con John Kerry imposto dal Congresso più che scelto  da Obama.

Ornella Del Guasto

7 commenti su “La diplomazia USA è rosa”

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