di Valeria Vittimberga*
Ringrazio la Fondazione Marisa Bellisario per la riuscitissima occasione di confronto su temi che sono cruciali per le politiche del welfare e per la progettualità dell’INPS, che vuole impegnarsi in prima linea nella riduzione delle disuguaglianze e nell’inclusione. Con gli oltre 470 prodotti e servizi attualmente erogati, INPS raggiunge la quasi totalità dei cittadini, non solo anziani ma anche lavoratori e imprenditori, giovani, famiglie, soggetti fragili: a una platea così varia non si può che rapportarsi con una varietà di strumenti, che intercettino proattivamente i bisogni e parlino un linguaggio chiaro e comprensibile anche a coloro che hanno maggiore difficoltà di accesso ai servizi a causa di digital divide o di condizioni di svantaggio culturale o logistico. INPS vuole essere proattivo verso le persone, attraverso strumenti di multicanalità (non solo sportelli, call center e il sito web, ma anche app specializzate e canali social) che riescano a raggiungere una platea più vasta e che siano anche uno strumento per creare cultura e suggerire a ciascuno quali strumenti confacenti alla sua situazione lo Stato mette a disposizione.
La strategia è quella di rimanere profondamente radicati sul territorio, aprendo anche nuovi punti INPS in collaborazione con le amministrazioni locali, perché l’accoglienza anche fisica degli utenti è importante a far sentire la vicinanza dello Stato anche nei territori più disagiati, ma nello stesso tempo dislocare la produzione dove maggiori sono le nostre risorse, per rendere più efficiente e veloce la risposta ai bisogni. Puntiamo sull’innovazione tecnologica e soprattutto sullo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale per semplificare le procedure e liberare energie spostandole dal lavoro compilativo e seriale ad una più qualificata consulenza all’utente e per migliorare la qualità delle risposte ai cittadini, comprendere le loro domande ed anticipare i loro bisogni, migliorare i tempi di erogazione delle prestazioni. Abbiamo ben sfruttato risorse PNRR per tanti progetti di utilità per cittadini e imprese, e con questo vogliamo essere anche un modello positivo nell’ambito della pubblica amministrazione, non più fanalino di coda dell’economia italiana, ma motore di innovazione tecnologica e organizzativa della società italiana.
Ma se da un lato puntiamo sulla tecnologia, al centro della nostra cura resta sempre la persona, che dal punto di vista dell’organizzazione interna significa attenzione al benessere di ciascuno dei 27.000 uomini e donne che lavorano nell’Istituto, attraverso l’utilizzo di strumenti di conciliazione vita-lavoro, come l’utilizzo equilibrato e fortemente incoraggiato dello smart working, che ha dimostrato come il cambio di paradigma dall’obbligo del dedicare un certo numero di ore all’attività lavorativa al coinvolgimento nella mission e nel conseguimento degli obiettivi dell’Istituto generi maggiore produttività e nello stesso tempo permetta di non vedere più come antinomici la coltivazione delle proprie passioni e dei propri talenti e la cura della famiglia da una parte, e la carriera professionale dall’altra, nella convinzione che la vita vada vissuta in una dimensione olistica in cui ciascuna parte si tiene con le altre.
Abbiamo conseguito la certificazione della parità di genere, una delle prime e ancor poche amministrazioni ad aver fortemente voluto questo risultato, poiché al contrario delle imprese private non vi sono vantaggi economici che ne derivano, ma lo abbiamo fatto perché crediamo che occorrano azioni positive per superare quegli ostacoli di fatto che vedono ancora le donne statisticamente svantaggiate nelle carriere.
E passando dall’orizzonte dell’INPS a quello della società italiana, credo che investire sulla parità delle donne, sulla loro reale inclusione nel mondo del lavoro, spesso caratterizzato da carriere discontinue e penalizzate rispetto a quelle maschili, che si riflettono poi in pensioni mediamente più basse di quelle degli uomini, sia dovuto non solo alle donne, ma comporti anche un importante vantaggio per tutta la società italiana, poiché la tenuta stessa del sistema previdenziale dipende dall’immissione nel mondo del lavoro, con carriere continue e ben retribuite, delle coorti che tradizionalmente ne sono rimaste ai margini, primi tra tutti donne e giovani. Le attuali politiche attive del lavoro, e in particolare il rilancio dell’occupazione attraverso il SIISL, l’innovativa piattaforma di matching tra domanda e offerta di lavoro, che l’INPS gestisce su mandato del Ministero del Lavoro che l’ha tenacemente ideata e resa possibile, hanno permesso un significativo incremento dell’occupazione femminile, ma tanta strada è ancora da fare. Soprattutto serve che la donna non sia messa nella condizione di dover scegliere se realizzarsi nel mondo del lavoro o se seguire la sua vocazione di mamma: occorre che la donna abbia la libertà economica necessaria per poter avere quella libertà di scelta del senso della propria vita che sola può portare alla piena realizzazione di sé. Assegno unico e universale, bonus asili nido, sgravi contributivi per l’assunzione di lavoratrici madri, permessi per la cura dei familiari disabili e congedi non solo di maternità ma anche quelli obbligatori di paternità sono strumenti di grande importanza, che devono accompagnare anche una rivoluzione culturale: l’idea che serva un’alleanza tra uomo e donna per la gestione condivisa dei carichi familiari e che vada abbandonato ogni pregiudizio rispetto alle carriere delle donne che possono portare nel mondo del lavoro un valore aggiunto insostituibile.
*Direttrice Generale INPS
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