Fondazione Marisa Bellisario

I SOCIAL BOND LEGATI ALLE IMPRESE GUIDATE DA DONNE

di Sofia D’Alessandro*

NatWest Group plc, conosciuta dai più come Royal Bank of Scotland, cioè l’holding bancaria e assicurativa britannica con sede a Edimburgo, in Scozia, ha lanciato a marzo di quest’anno un’obbligazione da 500 milioni di euro per finanziare le imprese gestite da donne.

Il Gruppo, guidato dall’amministratore delegato Alison Rose, è il primo delle quattro grandi banche albioniche ad avere una leader donna. Rose ha affermato che “NatWest è il primo Istituto finanziario europeo ad aver creato un’obbligazione sociale specificatamente progettata per prestare fondi alle imprese dirette da donne”. Tale importante iniziativa è un rilevante sostegno rivolto alle industriali, alle fondatrici di start-up, siano esse fintech o altro. Il rapporto sull’imprenditoria femminile del Global Entrepreneurship Monitor (il cosiddetto GEM ossia, il progetto di ricerca che valuta annualmente il livello nazionale dell’attività imprenditoriale in più paesi diversi), ha pubblicato un nuovo studio che evidenzia la bassa attitudine della donna rispetto all’uomo, ad avviare attività a livello globale (nella fase iniziale solo due su cinque impresari sono donne!). In realtà i progressi non mancano, in particolare nel Regno Unito dove il resoconto ha rilevato che nel 2022 è stato fondato un numero di imprese guidate da donne in un quantitativo superiore a più del doppio rispetto a quello del 2018.

Il rapporto GEM offre diversi suggerimenti ai responsabili politici tra cui:

  1. sostenere le donne imprenditrici allo stesso modo in tutti i settori e paesi, in particolare in quelli dove vige la predominanza maschile;
  2. mobilitare i finanziamenti e altri sostegni verso quelle aree in cui le donne sono maggiormente attive;
  3. sfatare gli stereotipi negativi sulle donne imprenditrici;
  4. celebrare le donne di successo e promuoverle come modelli di riferimento.

NatWest ha emesso il suo terzo social bond, il primo nel suo genere da parte di un Istituto finanziario europeo, in cui i proventi saranno utilizzati per sovvenzionare nuovi prestiti, o rifinanziare quelli esistenti, a imprese guidate da donne. Per supportare la transazione, la banca ha creato un finanziamento in pool, cioè un prestito sindacato caratterizzato dalla presenza di un gruppo di banche che congiuntamente concede crediti a ditte individuali e a piccole e medie imprese gestite da personale femminile.

L’esempio del gruppo bancario scozzese potrebbe essere seguito anche in Italia promuovendo l’investimento nelle donne, nelle società di capitali di rischio e in altre società di servizi finanziari, aumentando i prestiti e le operazioni di credito in pool o costruendo una comunità di facilitatori dell’imprenditoria femminile. Un cambiamento radicale può avvenire solo se si lavora tutti insieme ai fini di ampliare l’accesso alle informazioni, al supporto e alle risorse pratiche. che diano il giusto peso alle “dimensioni di genere, di uguaglianza e di emancipazione femminile”.

*Head of Index & Market Data, Intesa Sanpaolo

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