Due uomini importanti hanno compreso il ruolo delle donne nell’economia, scrive Le Monde: Muhammad Yunuz e Warren Buffett , rispettivamente di 72 e 82 anni. Il premio Nobel per la pace bengalese ha creato la famosa banca del microcredito per aiutare le donne ad uscire dalla povertà nella convinzione che avrebbero fatto del denaro migliore uso degli uomini. Fino ad oggi la sua banca ha accordato più di 4 miliardi di euro di piccoli prestiti. Warren Buffet , terzo uomo più ricco al mondo, ha pubblicato su Fortune un articolo che esalta gli straordinari progressi compiuti dalle donne dal 1976 con l’avvento del femminismo e per questo sollecita ad utilizzare sempre di più questa ricchezza sociale ed ad abbattere le barriere strutturali che impediscono la loro partecipazione alle decisioni. In proposito rammenta la sua amica Katharina Graham che, nei 18 anni alla testa della Washington Post di cui accrebbe il successo del 4000%, fino alla morte nel 2001, a causa delle enormi pressioni esercitate su di lei dubitò delle proprie capacità. Ma il cammino è ancora impervio perché il maggiore ostacolo alla promozione delle donne viene dalle donne stesse. Sheryl Sandberg nel suo libro “Lean in” scrive che il mondo continua ad essere dominato dagli uomini anche perché le donne dubitano delle proprie capacità e mancano di ambizione, contentandosi di posizioni gerarchicamente subalterne. “E’ venuto il momento di ribellarsi e stare unite”, esorta. Sandberg ha messo in evidenza come un problema è il rapporto tra lavoro e famiglia. Una donna importante,Anne-Marie Slaughter , si è dimessa da consigliere presso Hillary Clinton non riuscendo a conciliare le esigenze di un lavoro impegnativo con quelle dei figli adolescenti. Marissa Mayer a capo di Yahoo appena nominata ha annunciato la fine del telelavoro (che aiutava molto le esigenze delle donne) perché la gente è più produttiva lavorando in ufficio. I ragionamenti di queste 3 donne di successo ha suscitato un vespaio di dibattiti ma è un fatto che le donne una volta ricche e potenti, diventano autoritarie come gli uomini. Come Angerla Merkel che rifiuta l’introduzione delle quote rosa nei Cda in conflitto con la diversa opinione della ministra del Lavoro Ursula von der Leyen. Il dibattito continua.
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