Fondazione Marisa Bellisario

COSA ACCADE NELL’UNIVERSO SCUOLA

di Benedetta Cosmi*

Li conosciamo per manifestazioni e casi di cronaca. Ma i docenti e gli studenti di oggi convergono sul fatto di sentirsi bombardati da input: anche le ore di educazione civica sono percepite come disconnesse dalla realtà, quelle di orientamento poi ignorano le vere necessità dei destinatari. Gli studenti migliori (che l’anno prima erano attenti) adesso vengono sorpresi in classe a studiare di nascosto i test di ingresso universitari. La cittadinanza attiva la esercitano nei momenti di autogestione, finalmente liberi di invitare, loro, i relatori, anche fossero gli stessi nomi. Hanno sensibilità sociali, a volte queste si incrociano con le istanze in manifestazione e cortei. È il caso degli studenti dell’istituto Viesseux di Imperia. Hanno protestato muniti di grembiule e farina, per rispondere alle famose “tagliatelle” a cui faceva riferimento il preside dell’istituto (in un commento su LinkedIn, riguardo l’incidente di un’assistente di gara durante una partita di calcio). Come altri uomini davanti al volto insanguinato per l’urto con il cameraman (che si era avvicinato troppo all’azione), ha ritenuto che il «sugo» fosse più adatto, evidentemente le donne sono ancora percepite come un corpo estraneo in campo.

Le manifestazioni studentesche sono la partecipazione alla cittadinanza attiva, un tentativo di stare dalla parte giusta della storia (talora con la maiuscola). Ma gli studenti hanno anche una loro agenda setting.

Raramente si parla delle scuole superiori serali: luogo di narrazioni di vita lontane dai riflettori. «Ora siete voi i responsabili del vostro percorso di apprendimento», dice una docente, sottolineando un rapporto diverso tra docente e alunno. Tra queste, Marina, 35 anni, aspira a essere traduttrice. Nata in Russia, da madre ucraina, possiede entrambe le cittadinanze. Cresciuta tra due culture, parla tre lingue e ha una formazione artistica, ha studiato scultura e pittura in Ucraina, dopo il diploma si è trasferita in Italia. Ha proseguito gli studi in un liceo scientifico ad Amalfi, l’ultimo anno ha iniziato a lavorare. Ha messo su famiglia e, così, solo ora con la possibilità di seguire le lezioni in DAD è tornata a frequentare il serale, è una mamma studentessa. Altrimenti non avrebbe potuto, lei che vorrebbe diventare interprete, e sta riiniziando tutto daccapo per poter accedere all’università. Una delle porte sbarrata è stato il titolo di studi non riconosciuto nel nostro Paese. Fa riflettere in questa fase.

Rosemarie, invece, è laureata in Informatica in Venezuela. Frequenta il serale per migliorare l’italiano. Le sue qualifiche professionali sono riconosciute in Spagna. Qui? Federica, studentessa di Sarno, affronta sfide per raggiungere la scuola e il posto di lavoro. La sua esperienza sollecita un dibattito sull’urgenza di servizi di trasporto, più frequenti e sicuri. È una studentessa che deve quotidianamente usarli al buio con orari a singhiozzo e la paura. Non c’è solo una necessità logistica, vedete, è un diritto fondamentale di accesso all’istruzione.

*Scrittrice, opinionista Corriere della sera

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3 commenti su “COSA ACCADE NELL’UNIVERSO SCUOLA”

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