Lo spiega Herald Tribune: si tratta di un movimento, definito dai detrattori sex-estremista, nato nel 2008 in Ucraina a Kiev dove c’è il quartier generale. Si basa sull’intervento diretto e imprevisto in pubblico di militanti, che per pubblicizzare la loro protesta, si denudano il seno prima di essere fermate dalla polizia. Le loro più clamorose irruzioni sono avvenute a Kiev contro il governo, in piazza San Pietro durante l’udienza papale, a Vienna, Parigi, Roma, Davos in occasione del World Economic Forum, nel corso del vertice tra la Merkel e Putin….I bersagli sono le discriminazioni delle donne e dei gay, il turismo sessuale, le leggi contro l’aborto, la morale integralista , spesso religiosa, islamica ma anche cristiano–ortodossa e cattolica. Secondo le militanti, mostrare il seno significa capovolgere la logica della mercificazione del corpo femminile in atto in tutto il mondo. Sulla loro strategia “corporale” si sta sviluppando un dibattito internazionale. Molte donne famose , scrittrici e sociologhe, pur riconoscendo le buone intenzioni però bollano Femen come “femminismo da fast food”. Ma le militanti del movimento non demordono e si accingono ad organizzarsi per Amina Sboui, la diciannovenne attivista tunisina che il 5 giugno sarà giudicata dal Tribunale di Tunisi per “condotta immorale”.
Ornella Del Guasto
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