Con molte resistenze ma inesorabilmente, l’Europa si sta posizionando sulle quote rosa nei Cda, scrive Herald Tribune. La Germania la scorsa settimana ha respinto la legge che imponeva di inserire,a partire dal 2018 almeno il 20% di donne nei board delle grandi compagnie e il 40% dal 2023. Una decisione che in apparenza appare come una sconfitta per le donne ma che invece potrebbe segnare un punto di svolta per la Germania e l’intera Europa. Infatti Angela Merkel, che si è sempre opposta a l’introduzione delle quote nei Cda, dopo la violenta rivoluzione interna alla Cdu, è stata costretta ad arrendersi e ad inserire nel suo programma elettorale che a partire dal 2020 le compagnie tedesche siano obbligate ad inserire nei board il 30% di donne. Infatti un significativo numero di politici e legislatori della Destra e della CDU aveva minacciato di votare con l’opposizione socialdemocratica per far passare la legge per cui, con le elezioni tra 5 mesi, la ribellione interna sarebbe stata molto imbarazzante per Angela Merkel. Tanto meno la Cancelliera è disposta a mettersi di traverso alla decisione in merito presa da Bruxelles dopo che molteplici e autorevoli studi hanno esaltato i benefici che produrrà l’introduzione delle quote, dopo un ragionevole periodo di transizione, sulle economie europee. Anzi gli esperti suggeriscono ai Paesi europei di muoversi in anticipo senza aspettare la loro imposizione per legge.
10 commenti su “Aspettare l’introduzione per legge delle quote nei board potrebbe essere costoso”
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