Janet Yellen è la prima presidente donna nei 100 anni di vita della Fed. Il Senato americano ha ratificato la sua nomina alla guida della banca centrale americana al posto di Ben Bernanke. Yellen è anche la prima nominata democratica alla Fed da quando il presidente Jimmy Carter scelse Paul Volcker nel 1979.
La Yellen, fino a ieri vice presidente della banca centrale americana, è sposata con il premio Nobel George Akerlof e ha un figlio che fa il professore di economia. Da quando Bernanke aveva fatto intendere che era pronto a lasciare l’incarico, e Obama non aveva fatto nulla per trattenerlo, lei era naturalmente entrata nella “short list” dei candidati.
Barack Obama ha salutato la conferma del Senato dicendo che in Yellen “gli americani avranno un campione che capisce che l’obiettivo è migliorare la vita, il lavoro e gli standard dei lavoratori e delle loro famiglie”. E ha sottolineato che “Janet è impegnata nella duplice missione della Federal Reserve, mantenere bassa l’inflazione e ridurre la disoccupazione”. “Sarà dalla parte dei lavoratori americani, tutelerà i consumatori, rafforzerà la stabilità del nostro sistema finanziario e contribuirà a mantenere la nostra economica in crescita negli anni futuri”, ha concluso il capo della Casa Bianca che inizialmente per la guida della Fed avrebbe voluto l’ex segretario al Tesoro Lawrence Summers.
Attitudine da “colomba”, esperta di disoccupazione, Yellen è rinomata per essere meticolosa e studiosa. A lei spetterà il compito di portare avanti l’exit strategy dalle misure straordinarie messe in campo contro la crisi, in un contesto di disoccupazione elevata e di inflazione bassa. Considerata una delle fautrici dei maxi aiuti della Fed all’economia, Yellen si troverà a dover gestire una situazione delicata con meno strumenti a disposizione rispetto a Bernanke: il bilancio della Fed, infatti, è esploso con la crisi toccando quota 4.000 miliardi di dollari. Uno dei maggiori compiti di Yellen sarà conquistare credibilità e non sarà facile con il mercato ossessionato dalla riduzione agli acquisti e lo scetticismo sulle previsioni della banca centrale. Se Bernanke, nella sua ultima conferenza stampa da presidente, ha annunciato una riduzione degli aiuti all’economia a 75 miliardi di dollari al mese dagli 85 miliardi di dollari iniziali, la nuova Presidente dovrà delineare tutto il resto, ovvero stabilire se accelerare o meno il freno agli acquisti e soprattutto quando aumentare i tassi di interesse, ai minimi da anni.
Quello delle donne al vertice delle banche centrali è un fenomeno in piena esplosione. La scorsa estate il numero uno russo Valdimir Putin aveva bruciato il collega Obama, piazzando Elvira Nabiullina al vertice della Banca di Russia. Una mossa che non aveva stupito gli osservatori del Cremlino, considerando la grande fiducia che Putin ha sempre mostrato nei confronti di un’economista certamente vicina all’amministrazione ma, comunque, considerata competente, pragmatica e riservata. Conquistato grazie alla Russia e alla Nabiullina il G8, il club delle economie più importanti della Terra, in autunno le donne ne hanno preso la leadership con la Yellen e gli Stati Uniti. Un doppio colpo, quello russo-americano, che data l’importanza dei rispettivi Paesi fa passare in secondo piano il fatto che diverse donne siano o siano state al vertice delle istituzioni monetarie di diverse nazioni più piccole, dal Sudafrica all’Argentina, dalla Malaysia al Botswana, da Bahamas a Seychelles, per un totale di 17 donne, appena il 10% dei presidenti dei 177 istituti di tutto il mondo..
Allo scadere dell’anno, poi, sono arrivate le nomine anche dall’Europa: la francese Danièle Nouy è alla guida del neo-costituito Consiglio di sorveglianza della Banca centrale europea (Bce), l’organo a cui verrà trasferita la supervisione sui principali istituti di credito dell’area euro, mentre la tedesca Sabine Lautenschläger è candidata per un posto nel comitato esecutivo della Bce stessa, il braccio operativo dell’istituzione all’interno del quale, oggi, siedono solo maschi.
A voler essere cattivi, si potrebbe dire che i banchieri, dopo aver fatto un sacco di disastri, lasciano alle colleghe il poco piacevole compito di rimettere insieme i cocci. Come madri che rientrano a casa alla fine di un party dei figli adolescenti, Nabiullina, Yellen e le due europee arrivano infatti al comando in un momento di rara difficoltà nello scenario mondiale.
MA
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